Narcotizzavano e rapinavano anziani reggiani: arrestati due fratelli torinesi dai carabinieri all’alba di questa mattina

Due fratelli di Torino ingannavano gli anziani reggiani presentandosi alla porta con falsi distintivi e casacche di forze di polizia o di società erogatrici di servizi.
Parlantina sciolta, convincente quanto basta, con la scusa dell’acqua contaminata o di perdite di gas, riuscivano ad accedere nelle case delle vittime. “Metta danaro e oro nel frigorifero per evitare contaminazioni”.
Quindi, mentre la vittima provvedeva, veniva stordita con gas al peperoncino per poi essere derubata di tutti i risparmi e talvolta dei ricordi di una vita come, nel caso di un anziano reggiano, privato della fede nuziale della defunta moglie, recuperata poi dai carabinieri.

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Il kit dei rapinatori sequestrato

Le indagini, condotte dai carabinieri della compagnia di Reggio Emilia, hanno consentito di identificare gli autori ora finiti in manette nel corso di un’operazione scattata all’alba di oggi nel torinese dove, anche in collaborazione con i colleghi di quella provincia, i militari hanno proceduto agli arresti recuperando refurtiva per un valore di oltre 50.000 euro provento dei colpi sequestrando l’autovettura usata per le rapine, un’Audi A3 munita di targhe clonate, guanti, svariati attrezzi da scasso per aprire casseforti, pettorine recanti la scritta “Polizia locale”, disturbatori di frequenze per cellulari onde impedire agli anziani di chiedere aiuto, un apparato radio sintonizzato sulle frequenze di polizia e carabinieri, una paletta della protezione civile e vari spray al peperoncino utilizzati per stordire le vittime.

Le indagini di laboratorio dei RIS su quanto sequestrato dopo un furto avvenuto a Quattro Castella, hanno poi portato al DNA ricondotto ai due fratelli ora finiti in manette, il 42enne Angelo Cristian Narciso e il 46enne Luciano Narcisio, entrambi residenti anagraficamente a Cirie’, in provincia di Torino. Due arresti che potrebbero portare alla svolta su altri numerosi furti compiti con lo stesso modus operandi in tutta l’Emilia Romagna.

Nsr