Lotta alle fake news e alla disinformazione mediatica attraverso il metal, “Musica dal fascino profondo e anticonformista”. Intervista a Emiliano Dalcomune, cantante della band reggiana Stonedrift

Emiliano Dalcomune è il cantante del gruppo groove metal reggiano Stonedrift attivo dal 2007 i cui componenti hanno un’età media di 40 anni.
Gli Stonedrift si formano nel 2007 da un’idea di Max Marri alla batteria (voce di Dominance ed Unscarred Italian Pantera Tribute) ed Enrico Ascari (ex Browbeat, Blowin’ e Wasting Desease) alla chitarra. Dopo alcuni cambi di line up si uniscono alla band Oscar Lanzoni al basso (ex Sette Note in Nero) e Matteo Gazzi alla voce ( ex Thunderbomber), con i quali incidono il primo demo “The smell of Sweat Smoke and Alcohol” nel 2010 e si esibiscono live in festival importanti come “Rottura del Silenzio” o a supporto di grandi personaggi come Freak Antoni all’Arci Tom di Mantova.
Nel 2015 altro cambio di line up, con l’approdo nella band, oltre che dallo stesso Emiliano Dalcomune, Luca Cigarini alla chitarra ritmica e Valerio Larcier al basso (ex Coffee Overdrive e Karmian). Comincia quindi un’intensa attività live su diversi palcoscenici importanti, tra queste date a supporto di band importanti come Rain e band di Cadaveria.
Attualmente la band ha pronto il loro primo EP “Mass Distruction Media” uscito per Volcano Records e Promotion (etichetta indipendente italiana). L’ultimo lavoro in studio, attinge alle sonorità e al groove anni ’90 ispirandosi a gruppi come Pantera, Biohazard, Machine Head (per citarne alcuni), mescolati con lo Sludge Metal e lo Stoner Rock americano. Lo stile è Groove Metal con influenze Sludge Metal e Hardcore punk.
NextStopReggio ha intervistato Emiliano Dalcomune.
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Emiliano Dalcomune

Emiliano cosa ti ha portato, nel 2015, a far parte della band Stonedrif?
Mi telefonò Max Marri (batterista): cercavano un cantante per il loro progetto Stoner sludge rock (all’inizio erano quelle le influenze). Conoscevo già la band precedente di Max (Wasting Desease di cui lui era il cantante e io loro fan) e fui onorato di partecipare al provino. Dopo una prima prova mi presero dentro in pianta stabile.
Avendo avuto in passato progetti musicali mai decollati sulla scena underground, mi sentivo motivato nel mettermi in gioco ancora una volta dando sfogo ai miei gusti musicali con i quali sono cresciuto (Punk Hardcore, Alternative metal, Thrash metal e Nu Metal).

Fra rock e musica leggera, anche quella metal continua a essere un genere intramontabile: chi sono oggi gli appassionati del metal?
Per fortuna ci sono stati artisti di grandissimo calibro che hanno fatto, oltre alla storia del rock, anche da apripista al genere metal per le masse (Metallica, Iron Maiden, Def Leppard, Motley Crue, Europe ecc..). Poi ci sono altri grandi artisti più recenti che hanno avvicinato il pubblico giovane al metal (Marilyn Manson, Rammstein, Korn, Pantera). Il metal, come il punk ed il rap, ha sempre avuto un fascino profondo e anticonformista quindi ci si sente parte di una grande famiglia.
Rispetto al passato si fa più fatica a vendere il proprio disco, poiché il mercato è saturo e anche perché ci sono le piattaforme di streaming, però i fedelissimi esistono ancora. Oggi ci sono molti ragazzini che ascoltano musica a 360 gradi e sono meno settoriali, e alcuni di loro seguono in maniera attiva ed appassionata i gruppi storici.
Concludendo: i nomi più importanti sono considerati dei cult nel genere per tutti, quindi conservano la loro grossa fetta di pubblico, mentre si fa più fatica -com’è sempre stato, soprattutto da noi- seguire le band emergenti.

Recentemente avete pubblicato un nuovo EP di 5 brani (leggi qui) dove cercate di rappresentare dalla vostra prospettiva il mondo che vi circonda “tra fake news, allarmismi e disinformazione”. Per chi fa giornalismo il vostro grido non passa inosservato. Cosa intendente di preciso?
Gli argomenti trattati in questo EP sono i nostri punti di vista su questa società che sta diventando lobotomizzata, schizofrenica e piena di paure, a seguito dell’uso inappropriato delle varie piattaforme social e fonti non attendibili di informazione, causata da molti mass media che cercano di vendere la notizia o di aumentare la propria visibilità tramite i “clickbait”. I brani presentano messaggi positivi e di incoraggiamento a essere sempre se stessi prestando attenzione a ciò che i mass media vogliono trasmetterci.

Cosa significa a tuo avviso fare corretta informazione?
Fare corretta informazione significa prendere le fonti vere della notizia, escludendo titoli sensazionali per attirare “clickbait” e gente facilmente influenzabile, poco informata sugli argomenti trattati rispettando la deontologia giornalistica.

Chi scrive fake news dovrebbe essere punito?
Bisognerebbe segnalare queste persone per pubblicazione o diffusione di notizie false atte a turbare l’ordine pubblico.

Il testo del vostro brano è in inglese: non esiste il rischio che i vostri messaggi non raggiungano tutti?
Per il genere che facciamo la lingua inglese risulta più musicale ed usuale, anche perchè le band cui ci ispiriamo sono straniere. Inoltre, la maggior parte dei gruppi italiani con cui condividiamo i palchi cantano in inglese.

Non poteva mancare nel video del brano la parola “coronavirus”. Come state vivendo questo momento?
Stiamo vivendo questo periodo come una privazione di libertà obbligatoria, seguiamo continuamente i Telegiornali più affidabili e siti di informazione più competenti. Nel frattempo, stiamo allacciando molti contatti con organizzatori di eventi fermi per la pandemia dando supporto e contribuendo alle varie campagne fondi di sostegno per i club, nella speranza di ripartire insieme a loro per l’attività live. Ci siamo rivisti in sala prove per poco tempo, per il momento studiamo i pezzi a casa.
Abbiamo avuto il tempo di diffondere il nostro EP sui social, le webzine di informazione locale -come NextStopReggio.it- e quelle del settore, qualche intervista e passaggi dei nostri pezzi via web radio ed FM.
Stiamo preparando la storyboard per il primo videoclip ufficiale della band che gireremo insieme ad una nostra amica regista di Reggio. Il pezzo in questione è contenuto nell’ Ep e si chiama “Dead by dawn”.

Cos’è per te le musica e quanto è importante nella società?
La musica per me è la più potente forma di arte e di comunicazione. Con la musica possiamo sfogarci mettendo a nudo i nostri sentimenti, emozioni… possiamo parlare di quello in cui crediamo senza censure essendo artisti emergenti indipendenti.

Marina Bortolani, @nextstopreggio.it