L’ex Presidente dell’Ordine degli Avvocati Tinelli rompe il silenzio e spiega eventuali trame dietro i dimissionari

Avv. Celestina Tinelli

L’ex Presidente dell’Ordine degli Avvocati Celestina Tinelli rompe il silenzio e condivide pubblicamente le sue riflessioni sulla vicenda.

“Non c’è stata nessuna “goccia che ha fatto traboccare il vaso” poiché non c’era conflittualità all’interno del consiglio. Le dimissioni non hanno l’obiettivo di sfiduciare il mio operato come presidente dell’Ordine ma quello di consentire la ricandidatura alle prossime elezioni dei consiglieri già presenti nel precedente consiglio cosa che essi non avrebbero potuto fare se la consiliatura da me presieduta, iniziata nel febbraio 2019, fosse durata almeno due anni.
Mai, e nemmeno durante la seduta del 21 dicembre, è emerso il loro intento di lasciare l’incarico. Né, durante i lavori del consiglio, sono emersi contrasti tali da far presagire nemmeno lontanamente un simile atto. In ogni caso, l’opposizione si fa in consiglio e non uscendone per esporre alla pubblica gogna l’istituzione di cui si è fatto parte ed i suoi organi, poiché ciò è irrispettoso verso l’istituzione stessa ma, prima ancora, verso l’avvocatura reggiana tutta.
Farlo nel periodo di emergenza sanitaria da Covid, poi, è sommamente da irresponsabili.

Durante l’ultima seduta consiliare, comunque, nessuno ha sbattuto porte per andarsene: non vi è stato un clima burrascoso, il lavoro è stato svolto regolarmente e i gli oltre 30 punti all’ordine del giorno sono stati affrontati con serenità in quasi quattro ore di lavoro durante le quali tutte le delibere sono state prese all’unanimità.
Anche questo anomalo silenzio contribuisce a convincermi che si sia trattato di una manovra ordita di nascosto, e che le dimissioni in realtà abbiano motivi inconfessati, sicuramente diversi da quelli che sono stati addotti dai dimissionari.

La mia convocazione in qualità di presidente dell’Ordine da parte del Csm è arrivata il 19 novembre sulla mia pec personale: portava a caratteri cubitali la dicitura “riservata personale” e non specificava l’oggetto dell’audizione. Non appena ricevuta la convocazione, ne ho dato notizia alla vicepresidente Rosanna Beifiori ed al segretario Franca Porta (che è fra gli odierni dimissionari) in caso avessi avuto bisogno di essere sostituita per un imprevisto. Ho anche concordato con loro che avrei chiamato il Csm per avere specificazioni. Dalla dirigente della prima commissione mi è stato risposto che si trattava di pratica sottoposta a segreto e non mi si poteva dare nessuna informazione. Ciò ho riferito alla vicepresidente ed al segretario, e anche loro hanno mantenuto la convocazione riservata ai consiglieri. Quando poi la notizia della mia audizione è apparsa sulla stampa, ho ritenuto, previa secretazione della discussione, di riferire al consiglio una estrema sintesi dei contenuti delle domande fattemi e delle dichiarazioni da me rese. Resta comunque il fatto che anche nei confronti della questione Mescolini-Palamara il consiglio ha adottato una condotta ampiamente condivisa: nella delibera del 16 settembre 2020, adottata all’unanimità e dopo completa analisi di tutti gli articoli apparsi sulla stampa relativi alla vicenda Mescolini-Palamara, il Consiglio aveva ritenuto trattarsi di circostanze aventi anche natura politica, già all’attenzione degli organi competenti, e che comunque non compromettevano l’indipendenza dell’Avvocatura”.

PUO’ INTERESSARTI ANCHE: