Legalità, scarsa partecipazione al convegno nazionale. Contrasto alla Mafia interessa sempre meno ai reggiani

Si è svolto ieri a Reggio Emilia, presso l’Aula Magna dell’Università, il convegno nazionale dedicato all’attività dell’Amministratore giudiziario nel contrasto alle attività delle organizzazioni criminali organizzato dall’Ordine dei Commercialisti reggiano (leggi qui).

Per la peculiarità e rilevanza degli argomenti trattati dagli esperti, oltre alla partecipazione annunciata di commercialisti, forze dell’ordine e Autorità Giudiziarie, poteva essere un’occasione importante di formazione e apprendimento per chi è sensibile al contrasto alla criminalità organizzata.

Si è parlato dei beni sequestrati e confiscati alla Mafia in continua crescita e di come andranno riutilizzati per la collettività, è stato trattato il tema delle aziende confiscate che sono state sul mercato per troppo tempo utilizzando metodi mafiosi, quando dovevano essere liquidate molto tempo prima. Si è parlato di digitale e dell’importanza di una rete informatizzata di banche dati utilizzata da tutti i soggetti coinvolti, rete oggi ancora debole. Sono stati trattati diversi altri temi di estrema importanza a tutela della legalità.

In prima fila sedevano il Presidente della Corte del processo Aemilia Franco Maria Caruso (ndr, oggi Presidente del Tribunale di Bologna), il Procuratore Marco Mescolini, il prefetto Maria Forte, il Comandante Cristiano Desideri, il Presidente della Provincia di Reggio Emilia Giorgio Zanni, il Presidente della Camera di Commercio Stefano Landi.

Vertici di tutto rispetto, ma mancavano all’appello cittadini e attivisti anti-mafia che nelle prime udienze del processo Aemilia affollavano l’aula bunker.

Emerge a Reggio Emilia una nuova realtà, che suona come un campanello d’allarme da non sottovalutare, sebbene diverso dal monito lanciato dal pentito Valerio su una ‘ndrangheta in continua evoluzione nel nostro territorio che non si fermerebbe con il processo Aemilia (leggi qui). Si tratta di una realtà che dipinge il quadro di una collettività senza più mordente, con interesse a partecipare alle iniziative anti-mafia a picco, fatti salvi gli eventi che coinvolgono studenti durante le ore di lezione mattutine.

Lo dimostra non solo la scarsa partecipazione al convegno interessantissimo di ieri pomeriggio, ma anche alle udienze del processo Aemilia nell’ultimo anno, alle quali ormai non partecipavano più nemmeno i sindaci che inizialmente coloravano l’aula di fasce tricolore.

Da evidenziare anche, il minor fascino da parte dei lettori web verso gli articoli riguardanti la criminalità organizzata a Reggio Emilia rispetto ad altri che trattano temi -tanto per fare alcuni esempi- sugli animali, sull’extracomunitario rapinatore, sugli alberi sradicati in centro storico, sul cliente “pizzicato” mentre contatta la prostituta, sul topo nella mensa della Polizia di Stato… tutti molto condivisi nei social e cliccatissimi!

Attenzione al nuovo scarso interesse collettivo verso un tema, quello del contrasto alla criminalità organizzata, sul quale al contrario va tenuta sempre alta l’attenzione. E’ proprio quando c’è tranquillità, magari pensando che sia stato sconfitto il cancro mafioso con i cattivi rinchiusi tutti nelle celle e quando la gente non percepisce più il pericolo, che la Mafia si insinua silenziosamente e più agevolmente nella vita privata e pubblica di un territorio.

Marina Bortolani, @nextstopreggio

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