Non è passato inosservato l’intervento di Luca Tadolini (Centro Studi Italia) al presidio del Movimento Mascherine Tricolore (leggi qui). Durante il quale ha parlato di un “sistema Reggio” e di una Mafia non ancora debellata nel reggiano.
“Qui si avvita la crisi del 2008 che non è mai finita con la pandemia -ha spiegato Tadolini-. I privati, che non hanno paracaduti sociali non hanno garanzie, quindi, dal titolare di un hotel a quello di un negozio, quando tornano a casa non possono far altro che contare i soldi rimasti”.
“Anche il sistema politico ha avuto un crollo, a partire dai colossi delle cooperative del cemento, che a Reggio Emilia pare sia un argomento tabù e di cui non si capiscono bene gli esiti, visto che sono ancora nascosti e nessuno vuole parlarne”.
L’esponente di destra ha inoltre lanciato un grido d’allarme: “Qui la Mafia è ancora presente, già entrata nel 1998 con la sparatoria al pendolino, non risulta che se ne sia andata. Purtroppo con la crisi la Mafia è cresciuta, e di conseguenza non ci sono certo i motivi per pensare che ora cali”.
Tadolini punta inoltre il dito su quello che definisce “sistema Reggio”: “Le istituzioni locali sono molto di fazione: ti aiutano, ma vogliono il voto… quindi se tu sei un imprenditore e non riesci a lavorare, puoi provare ad andare a bussare per capire se ti passano qualcosa, ma non è più libera impresa”.
Sta dicendo che chi non vota centrosinistra a Reggio Emilia fa fatica a lavorare? “Di sicuro una parte di imprenditoria privata libera fa fatica se il comune non ti dà un appalto -ha risposto Tadolini a NextStopReggio-, ed è una cosa che considero all’interno del “sistema Reggio”, dove però sono crollati i colossi che distribuivano anche indotto”.
“Purtroppo a Reggio di certi problemi parla solo la destra, è un problema di cultura politica. Anche l’opposizione… dov’é? E’ una cosa molto complessa”.
Marina Bortolani, @nextstopreggio
