I grillini reggiani invocano, sui media, chiarezza circa la nomina del Procuratore Mescolini, ma sanno di avere il Ministro della Giustizia del Movimento5Stelle?

On. Maria Edera Spadoni (M5S)

Non si placa la polemica sulla nomina del Procuratore Capo di Reggio Emilia Marco Mescolini a seguito delle chat del 2018 rese pubbliche fra Mescolini e Palamara. A Reggio Emilia, dopo l’intervento di diversi partiti politici, il 16 Agosto rendono pubblico l’appello alla chiarezza gli esponenti pentastallati Maria Edera Spadoni, Stefania Ascari, Sabrina Pignedoli, Davide Zanichelli, Giulia Sarti, Gabriele Lanzi e Maria Laura Mantovani.

Alcune intercettazioni, come quelle che riguardano la nomina di Marco Mescolini a Procuratore Capo di Reggio Emilia, vanno assolutamente chiarite. Quelle chat, quelle telefonate, quelle conversazioni, se messe in correlazioni con alcuni fatti che sono avvenuti nella storia giudiziaria recente pongono importanti dubbi che devono essere assolutamente risolti per il bene della nostra democrazia.
Un’esempio ? L’affossamento dell’inchiesta sull’Expo di Milano e tutto lo strascico della disputa tra Bruti Liberati e Robledo al Csm”.
Non solo. “Alcune intercettazioni devono essere assolutamente chiarite, come quelle che riguardano la nomina a procuratore capo di Reggio Emilia di Marco Mescolini, già pm della Dda nel processo Aemilia. A più riprese si sottolinea l’importanza che venga messo lui in quella posizione. “Marco lo blindiamo per Reggio Emilia”, assicura Palamara quando gli sottolineano che per Reggio e Parma “Si tratta di posti sui quali mi si chiede costantemente aggiornamento e che per noi rivestono importanza assoluta”.
Mescolini stesso lo dice a Palamara: “Su Reggio Emilia fai di tutto per chiudere se puoi. È importante per tutto”.
Perché le due procure emiliane rivestono una rilevanza così importante? Chi fa pressing oltre ai diretti interessati per la nomina? Perché tra tutte le procure d’Italia Mescolini deve andare proprio a Reggio?”
È importante per tutto: cosa si intende con quel tutto?“
Merita una spiegazione un’altra importante frase intercettata, quando Palamara parla con Legnini sulla nomina a procuratore capo di Roma: “Perché hanno paura che se va un altro mette le mani nelle carte e vede qualcosa che non va, non c’è altra spiegazione come tipico di Pignatone questo è il discorso, è successo con me, è successo con Cisterna, che devo di’, che Pignatone mi ha chiesto tutte le cose, parliamo di interferenze tutte le cose di Roma. Eh, io l’ho fatto queste io le devo di’ ste cose o no?”….
Mettere le mani nelle carte, interferenze? Di cosa si tratta? Possono esserci ombre tali sulla magistratura? Ricordiamo che è almeno un decennio che Palamara agisce indisturbato. Nessuno si è mai accorto di niente?
Non si può pensare di perseguire o stigmatizzare il comportamento del singolo magistrato senza tentare di sradicare tutta la parte marcia del sistema. Per questo è importante che si faccia piena chiarezza”.

Richiesta di chiarezza comprensibile e legittima da parte dei pentastellati reggiani. Ma viene spontanea una domanda: gli autori dell’appello sanno che il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, già Deputato per il M5S dal 2013, è stato nominato il 5 settembre 2019 nel Governo Conte II in quota Movimento5Stelle? Sì, insomma, parliamo di uno con il “pedigree” che ha tutti i requisiti per incarnare il perfetto politico-amministratore pentastellato.
Il Ministro di Giustizia ha molti poteri riconosciuti dalla Costituzione e dalla Legge italiana che potrebbero dare risposte immediate -oltre che azioni concrete- all’appello mediatico degli esponenti del Movimento5Stelle.

nsr