Palamara e le intercettazioni sulle nomine dei giudici, la Pignedoli (M5S) “Schifo e ribrezzo”. Eboli (Fdi): “Mescolini si dimetta”

“Schifo, ribrezzo, pena… sì forse è la pena che prevale per questi poveri mendicanti di incarichi. Le carte delle intercettazioni di Palamara forniscono uno spaccato decisamente preoccupante sulla nostra democrazia: che fine ha fatto la separazione dei poteri, che fine ha fatto quella frase utopica “la legge è uguale per tutti”? Lo sfogo è dell’Europarlamentare reggiana Sabrina Pignedoli (M5S) che durante il processo Aemilia documentava giorno dopo giorno lo svolgimento delle udienze dalle pagine del Carlino.

Sabrina Pignedoli

“Dall’insabbiamento delle indagini sull’Expo a Milano, alla nomine pilotate nelle procure di mezza Italia, dagli incontri con i politici indagati, agli scambi di favori: per anni c’è stata una parte di un sistema giudiziario che ha coperto un sistema politico marcio, putrefatto.
“Su Reggio Emilia fai di tutto per chiudere se puoi. È importante per tutto”. Tutto? Tutto cosa? Palamara agiva da decenni indisturbato, per conto di chi? Chi lo ha voluto ‘punire’ ora per la sua ‘insubordinazione’? Chi sta portando avanti le accuse contro di lui è completamente estraneo a quel sistema?

Sdegno analogo lo esprime il portavoce cittadino di Fratelli d’Italia Marco Eboli: “Se un codice etico deve esserci per i politici, altrettanto vale per i magistrati, che nell’esercizio delle proprie funzioni dovrebbero essere liberi e indipendenti, ma se come ha dimostrato il caso Palamara, gli intrecci tra politica e magistratura, sono stati il modo per nominare i vertici giudiziari, allora il cittadino comune non può sentirsi garantito. Per dovere di cronaca, chi tirava politicamente le fila delle nomine era l’ex Ministro di Renzi, attualmente deputato PD Lotti. Esiste quindi l’istituto delle dimissioni, di cui, il Dott Mescolini potrebbe avvalersi”. Per Eboli le ragioni sono dovute alle intercettazioni emerse fra il Magistrato reggiano Gianluigi Morlini e Palamara proprio sulla nomina di Mescolini a Capo della Procura reggiana. 

Marco Eboli

“Nel corso delle scorse elezioni comunali del 2019 fu aperta un’indagine dalla Procura di Reggio Emilia sulla maggioranza dei dirigenti del Comune di Reggio. Subito dopo il ballottaggio, che ha visto la rielezione del Sindaco Vecchi di centrosinistra, vi fu una seconda ondata di indagati. Il Procuratore capo Mescolini fece una conferenza stampa per comunicare che le indagini erano partite da tempo ma che, per non turbare l’esito delle elezioni, aveva deciso di rendere noto il nome dei nuovi indagati, ad elezioni concluse. Eccesso di garantismo o tifoseria di parte?”. Per Eboli il dubbio sorge ricordando che Mescolini, nel corso della sua carriera, prese un distacco per assumere l’incarico di Capo Ufficio del Viceministro Roberto Pinza (forlivese e concittadino di Mescolini) nel secondo governo di Romano Prodi.
“È lecito pensare -rincalza Eboli- che se il nome dei nuovi indagati fosse uscito durante le elezioni comunali di Reggio Emilia, si sarebbe potuto avere un risultato diverso?”.

nsr