Zingaretti piace, ma non infiamma. “Proposte per un nuovo Pd. Stop ai litigi interni”

L’attuale -e unico- candidato alla segreteria nazionale del Partito Democratico Nicola Zingaretti, nonché Presidente della Regione Lazio ha snocciolato dal palco di FestaReggio le sue pillole di risanamento del partito. “C’è la tendenza che quando qualcosa non va bisogna scioglierlo. No, non credo sia la soluzione migliore: se qualcosa non va bisogna cambiare rotta e migliorare, recuperando anche quelli che in passato avevano fatto un pezzo di strada importante insieme a noi, ma poi se ne sono andati”. Il messaggio, per un Zingaretti che proviene dalla sinistra (ndr, è stato anche segretario nazionale della Sinistra Giovanile) è rivolto in particolare a quella sinistra che oggi non si riconosce più nel Pd e che è uscita creando a sua volta movimenti fallimentari già in fase embrionale: “La sinistra è stato un movimento di grande liberazione. Ci siamo sempre battuti per la crescita e l’uguaglianza. Poi, quando si è cominciato a produrre c’è chi pensava all’uguaglianza senza pensare alla crescita”.

“Smettiamola di avere la puzza sotto il naso considerando nemico ciò che non è Pd e sottovalutando il web e i social”, il presidente della Regione Lazio ha spiegato di aver vinto le elezioni regionali grazie anche alle alleanze, evidenziando che la metà dei sindaci che avevano firmato la sua candidatura non erano del Pd. Apertura quindi alle liste civiche e a quei momenti con i quali c’è condivisione di proposte e idee. “La gente che mi fermava per strada diceva che mi avrebbe votato alle regionali sapendo chi votava, ma che alle politiche non avrebbe votato il mio partito perchè non sapeva chi andava a votare, mentre dando fiducia a Salvini si conoscevano in modo chiaro le cose. Purtroppo di trattava di cose che toccavano la pancia della gente alimentando rabbia”. “Il problema più grande -ha sottolineato Zingaretti- è che quelle idee così eversive sono diventate popolari. Le idee contro gli immigrati, contro la politica, contri i giornalisti ecc. ci sono sempre state, ma hanno sempre perso. Ora stiamo pagando un prezzo caro: chi aveva paura, sentendoci distanti, ha trasformato quella paura in rabbia. A maggior ragione dobbiamo tornare ad essere in mezzo alla gente a parlare con loro, a far capire che siamo sempre portatori di valori importanti”.

La ricetta? Occorre cambiare su tre cose:

  1. Fare un’agenza politico-economica che punti a ridurre il continuo diffondersi delle disuguaglianze.
  2. Riformulare il nostro partito senza avere la puzza sotto il naso, anche più forte nella rete e sui social: torniamo nelle periferie con la presenza fisica, ma non prendiamoci in giro, perchè c’è tanta gente anche sul web, ecco perchè è necessario avere un atteggiamento moderno, senza avere paura di sporcarsi le mani.
  3. Essere un grande movimento politico di alleanze. Abbiamo pensato che tutto ciò che non è Pd è avversario, no, si può anche essere costruttivi alleati, quindi è importante fare alleanze su cui investire riconoscendo le identità degli altri. Non dobbiamo avere paure delle liste civiche che vogliono darci una mano.
  4. Proposte che nel concreto si traducono nel cambiamento di una cultura politica: “Va ricostruito il clima di fiducia dicendoci la verità. Basta yes man: si discute, ma non si litiga. Abbiamo fatto tanto, ma c’è un punto sulla condizione di vita delle persone che è la strada: crescita ed equità. Dobbiamo essere di nuovo quelli che quando camminiamo per strada la gente sa chi siamo, senza vergognarci di dire che oltre alla crescita va redistribuita la ricchezza nel nome dell’uguaglianza”.

“Sono pronto alla nuova sfida e in modo combattivo. Lega e M5S non risolvono le paure, ma le cavalcano. Il nostro compito è anche quello di liberare il paese dalle paure e noi lo possiamo fare con una nuova agenda politica, con umiltà, uniti, combattivi, innovatori e creativi. Immaginando un’Italia diversa sono convinto che l’Italia tornerà a guardare la speranza che proponiamo”. “Non dimentichiamo mai -conclude Zingaretti seguito da un lungo applauso- che l’unico modo per combattere questa deriva è un’alternativa democratica”.

Marina Bortolani, @nextstopreggio