Violenza sulle donne in Emilia Romagna: nel 2018 sono raddoppiati i casi tra gli accessi al Pronto Soccorso

Aumentano nel 2018 le donne accolte nei Centri antiviolenza e il trend del 2019 appare stabile.

Sono stati 4.871 i contatti con le strutture di aiuto dell’Emilia-Romagna, anche tramite semplice e-mail o telefonata, di donne che chiedono sostegno per una violenza ricevuta, 3.486 le donne che seguono un percorso, di cui 2.454 nuove accolte (il 70%). Il 92% delle violenze subite dalle donne è stato di tipo psicologico (64,2%), fisico (40,5%), sessuale (15,4%) e vengono principalmente effettuate dal partner o ex partner (82%). Una tendenza che non si discosta da questa linea anche nelle stime del 2019, con circa 1.750 donne in percorso nei primi sei mesi dell’anno, di cui circa 1.250 nuove accolte. (LEGGI REPORT ER)

Si rafforza al contempo la rete di accoglienza, con 21 Centri antiviolenza, 40 Case rifugio (un centro e casa rifugio in più rispetto al 2017) e 2 in corso di apertura nel 2019. A inizio legislatura, nel 2014, erano 14 i Centri antiviolenza e 22 le Case rifugio. Aumentano anche i centri per il trattamento di uomini autori di violenza, passati da 10 a 15 nell’ultimo anno, con una copertura su tutto il territorio regionale.

Sono i principali dati dal 2017 al 2018 tratti dal secondo rapporto dell’Osservatorio regionale sulla violenza di genere, che evidenziano la gravità del fenomeno ma anche il potenziamento della rete regionale di accoglienza.

Dal 2016 al 2018 sono stati destinati a questo ambito circa 11 milioni di euro, che comprendono 5,7 milioni di fondi statali, 4 milioni dalla Regione, attraverso il bando Pari opportunità per la prevenzione e 1 milione per il bando donne e lavoro.

Dei 5,7 milioni investiti nel settore da fondi ministeriali, di questi la Regione ne ha destinati 3,2 per il mantenimento delle strutture esistenti,1,1 per l’incremento di nuove strutture e 1,2 milioni per l’innovazione (formazione operatori, sistema informativo, ecc.).

“La violenza non è un fatto privato, ma una sfida da vincere insieme– ha affermato l’assessora regionale alle Pari opportunità, Emma Petitti, nel corso della presentazione oggi alla stampa-. E la Regione si è impegnata moltissimo in questa legislatura per promuovere una cultura contro la violenza di genere e per supportare e accogliere chi ne abbia avuto necessità. Stiamo compiendo uno sforzo importante per avere in tutto il territorio regionale strutture che possano dare rifugio alle donne che hanno bisogno di allontanarsi dalla famiglia, perché il più delle volte è proprio tra le mura di casa che si svolge la violenza. Il rapporto dell’Osservatorio conferma la fiducia sempre maggiore delle donne che abbiano subito violenza nel ricorrere alle strutture regionali, e anche degli uomini, che vedono crescere i centri a loro dedicati. La Regione ha molto investito anche in prevenzione, finanziando progetti di sensibilizzazione e educazione che solo nel 2018 hanno coinvolto circa 13.400 studenti, 900 insegnanti, circa 1900 operatori (sociali, sanitari, forze dell’ordine, giornalisti, ecc.) e 1500 donne vittime di violenza o a rischio di subirla”.

Accessi al Pronto Soccorso

Sono 567.863 gli accessi al Pronto Soccorso di donne di fascia di età dai 16 ai 70 anni nel 2018, +2% sul 2017. Questi accessi sono stati fatti anche più di una volta da 375.618 donne, aumentate di 1,7% sul 2017. Di queste, 4.354 sono entrate al PS come potenziali vittime di violenza e 358 sono state dimesse con diagnosi di violenza, che rappresentano 8,2% delle persone entrate, dato praticamente raddoppiato rispetto al 2017. Questo aumento significativo si deve in particolar modo al recepimento delle Linee guida nazionali per Aziende Sanitarie e Ospedaliere in tema di soccorso e assistenza alle donne vittime di violenza approvate nel 2017 e al conseguente adeguamento delle codifiche di diagnosi nel referto di dimissione, oltre alla formazione massiccia del personale regionale dei Servizi Socio Sanitari, effettuata nel biennio 2018-2019, in tema di violenza di genere, con il coinvolgimento di 1.327 operatori che ha chiaramente aumentato la sensibilità rispetto al riconoscimento della violenza. Per quanto riguarda l’età, la classe 25-34 anni pesa per il 23,3% (mentre sulle donne residenti rappresenta il 14,6%) e la classe 35-44 anni raccoglie il 27,3% delle donne che accedono al Pronto Soccorso per causa violenta.