“Violenza alle donne merita risposte serie”

“Lo stupro di Via Petit Bon ha sconvolto Reggio Emilia, ma non ha stupito le donne”.
Partendo da questo assunto la Consigliera di Fratelli d’Italia Roberta Rigon dice che “ci vuole l’esercito” per garantire maggiore sicurezza alle donne. Una frase semplice, ad effetto, quasi da bar. Ma la violenza alle donne è una cosa seria e merita risposte serie, che affrontino il tema alla radice.
La violenza contro le donne è solo la punta di un iceberg che testimonia, purtroppo, come nell’epoca della quarta rivoluzione industriale rapporti più civili tra i sessi siano ancora una conquista lontana.
A stuprare sono gli uomini, al di là della loro nazionalità, provenienza o estrazione sociale. E a commettere violenze sono purtroppo, nella maggioranza dei casi, fidanzati, mariti, amanti, ex compagni, datori di lavoro.
Il comune denominatore che li lega è una cultura che ancora oggi relega la donna ad oggetto di possesso, naturalmente da parte dell’uomo. Sta qui il cuore del problema: la violenza frutto dell’aberrante cultura della disparità tra i sessi. Quello maschile ha un diritto superiore. Non si tratta di una questione di ordine pubblico e tanto meno privata, ma sociale e politica: la violenza è un fenomeno strutturale, determinato da quella cultura di potere e possesso, di dominio dell’uomo sulla donna, che da sempre governa il mondo.
La violenza di genere è anche una violazione dei diritti umani ed eliminarla dalla nostra società deve essere una priorità per tutte e tutti. Sia a livello individuale che collettivo.
Dobbiamo superare stereotipi e pregiudizi, cambiare il linguaggio, educare al rispetto e al valore delle differenze, eliminare ogni tipo di gap di genere e di discriminazione, per modificare quella cultura ancora troppo radicata che questa violenza la legittima e la giustifica.
Abbiamo bisogno di una comunicazione coordinata all’altezza dell’obiettivo che, a nostro parere, deve essere trasversale ad ogni età, tra le generazioni e le diverse culture, che condivida principi comuni e codici di comportamento per la lotta alla cultura dello stupro, consapevole che le donne si muovono ormai a livello globale su questi temi.
A livello locale sono preziosi i progetti di informazione e formazione che vengono realizzati nelle scuole in collaborazione con l’associazione “Non da sola”, così come l’attività che l’associazione svolge quotidianamente da anni per le donne vittime di violenza, ma questa è una sfida a tutto campo che deve unire donne e uomini, chiamando a raccolta tutte le forze del territorio! Istituzioni, associazioni, sindacati, scuole, media, imprese.
Occorre creare una rete, potenziare il coordinamento del Tavolo interistituzionale contro la violenza alle donne condividendone iniziative e percorsi, ciascuno con gli strumenti specifici del proprio ruolo.
Le donne e gli uomini della CGIL di Reggio Emilia ribadiscono il loro impegno contro ogni forma di molestie e di violenza di genere, adoperandosi in particolare per promuovere la cultura del rispetto e della parità tra i generi nei luoghi di lavoro e sollecitando anche le imprese a fare la propria parte.
Su questo tema in provincia è già stato sottoscritto un accordo tra organizzazioni sindacali e Confindustria, che auspichiamo di poter estendere anche ad altre associazioni datoriali e di poter concretamente mettere in atto, al fine di avviare iniziative volte alla prevenzione dei fenomeni e diffondere in modo capillare il principio dell’inaccettabilità di comportamenti violenti o molesti.
I militari e l’esercito lasciamoli ai loro compiti. La sicurezza ambientale dei luoghi di vita va senz’altro garantita ma non saranno certo uomini armati (chi li mette, chi li paga, chi li governa?) a farlo. Ce ne vorrebbero peraltro milioni dislocati in tutti i quartieri delle città d’Italia
Non cerchiamo sostituti: siamo noi a dover cambiare, se vogliamo ottenere la vera difesa, anche dell’integrità fisica, delle donne.

Coordinamento donne CGIL e SPI CGIL di Reggio Emilia