Vaccini, le autocertificazioni bocciate dai professionisti dell’Ausl

Pubblichiamo di seguito il parere di tre professionisti reggiani sull’ipotesi dell’autocertificazione per i vaccini pediatrici.

“Sulla base di quanto dichiarato ieri dal Ministro Grillo nel corso della conferenza stampa, per la frequenza della scuola dell’obbligo per l’anno scolastico 2018-2019 sarà sufficiente che i genitori presentino alla scuola del proprio figlio minore una autocertificazione o una dichiarazione sostitutiva delle vaccinazioni effettuate.

Come professionisti della Sanità pubblica teniamo a precisare che tale provvedimento porta con sé rischi ed interrogativi e non necessariamente agevolazioni per le famiglie.

Come può infatti un genitore, che in buona fede voglia produrre una autocertificazione corretta, valutare che il proprio figlio sia in regola con tutto quanto previsto dal calendario vaccinale?  Si può immaginare che prima di sottoscrivere un tale documento, il genitore abbia necessità di rivolgersi ai Servizi vaccinali o al pediatra per verificare la situazione reale e in questo caso non si tratterebbe certo di semplificazione del percorso di accesso alla scuola.

Nel corso di quest’ultimo anno nei nostri ambulatori abbiamo visto numerosi bambini che a seguito delle rinnovate chiamate attive hanno completato il percorso vaccinale: probabilmente questa rinnovata attenzione ha sensibilizzato i genitori a questo importante aspetto di tutela della salute dei propri figli. 

In altre parole il dibattito sulle vaccinazioni che ha accompagnato l’introduzione della Legge sull’obbligo è stato di aiuto nel riportare in primo piano il tema della prevenzione, della sicurezza dei più piccoli e delle categorie fragili, con un approccio di sanità pubblica che coniuga l’attenzione al singolo e la tutela della collettività.

La stesse affermazioni fatte ieri e oggi dal Ministro partono dal riconoscimento della utilità, e necessità, di garantire adeguate coperture vaccinali per tutelare l’individuo, la collettività e soprattutto le persone fragili (chi non può essere vaccinato per condizioni individuali di salute, chi è gravato da una situazione di immunodeficienza).

La Regione Emilia-Romagna già dallo scorso anno si è adoperata, con grandi sforzi organizzativi e impegno di tutti gli operatori dei Servizi vaccinali a ridurre al minimo possibile il disagio delle famiglie ad adempiere a quanto previsto dalla Legge sull’obbligo vaccinale, sia per facilitare l’accesso agli ambulatori vaccinale sia per documentare alle scuole le vaccinazioni effettuate. In particolare, essendo tutte le Aziende Sanitarie dotate di anagrafe vaccinale informatizzata, è stato reso possibile ai genitori l’accesso diretto alla situazione vaccinale del proprio figlio utilizzando i fascicolo sanitario elettronico. Inoltre il rapporto di collaborazione tra scuole e Azienda Sanitaria ha permesso di assolvere agli obblighi di comunicazione delle situazioni vaccinali dei minori che frequentano la scuola dell’obbligo senza necessità di alcun coinvolgimento delle famiglie. 

I primi dati sulle coperture vaccinali, che negli anni  precedenti avevano raggiunto livelli critici, hanno evidenziato una crescita per tutte le vaccinazioni incluse nell’obbligo. L’obiettivo è mantenere e migliorare ulteriormente questo risultato in un’ottica di tutela della salute dell’individuo e della collettività.

Nella nostra provincia i bambini non vaccinati per scelta dei genitori sono 121 per l’età 0-3 sono e 158 per i 3-6, anni su una popolazione complessiva di circa 30.000 bambini.

Ci auguriamo che, per il bene di tutti, questi numeri diminuiscano in tempi rapidi e non si arretri rispetto agli obiettivi di copertura vaccinale a tutela della salute dei nostri bambini”.

 Emanuela Bedeschi, Direttore del  Servizio di Igiene Pubblica   

Alessandro Volta, Direttore del Programma materno infantile

Giacomo Magnani, Direttore del Dipartimento medicina specialistica e della Struttura Complessa malattie infettive