Tumore mammario, Mori (Pd): “Rimborsare i test genomici per individuare la cura più appropriata”

«Gli studi e la pratica clinica ce lo dicono oggi con evidenza: – dichiara la Consigliera regionale Roberta Mori, firmataria di una risoluzione depositata ieri in Assemblea legislativa – i test genomici possono aiutare ad individuare la cura più efficace ed appropriata per ridurre il rischio di ricaduta nelle pazienti con carcinoma invasivo della mammella allo stadio iniziale e con prognosi incerta, preservando quando possibile dagli effetti collaterali della chemioterapia e dalle sue conseguenze sulla qualità della vita.»

In Italia circa 800mila donne hanno o hanno avuto un tumore del seno, pari a circa il 44% di tutte le pazienti che convivono con una pregressa diagnosi di tumore. «A loro – sottolinea Mori – va offerta la possibilità di essere informate di questa opportunità, e di accedere consapevolmente a test che contribuiscono a valutare l’aggressività e il rischio di recidiva, soprattutto stimando le probabilità che la chemioterapia sia, o meno, di reale beneficio. Le donne, già provate da un passaggio di vita drammatico, devono essere certe di poter contare su tutti gli strumenti prognostici più avanzati nell’ambito di un sistema sanitario di grande qualità, professionalità e umanità come abbiamo sperimentato durante l’emergenza pandemica.»
Inoltre in molti Paesi europei è prevista la rimborsabilità dei test multigenici con fondi dedicati alla diagnostica innovativa. «Anche in Italia alcune Regioni hanno deliberato in questo senso».
«Per questo, chiediamo alla Giunta di sollecitare l’inclusione dei test genomici nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) da parte della Commissione Nazionale e di valutarne fin d’ora l’inserimento nel Nomenclatore tariffario regionale col coinvolgimento dei Centri di Senologia per la stesura dei protocolli.»

Valutare l’utilità dell’impiego dei test genomici nei singoli ambiti della pratica clinica, far sì che la “Commissione nazionale per l’aggiornamento dei LEA e la promozione dell’appropriatezza nel Servizio sanitario nazionale” includa nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) il rimborso dei test per le pazienti con carcinoma invasivo della mammella in stadio iniziale e, infine, inserire i test nel Nomenclatore tariffario regionale fruibile questa opportunità a tutte le pazienti idonee residenti nel territorio regionale, coinvolgendo i Centri di Senologia nella predisposizione di uno specifico protocollo. Questo chiede, dunque, la Risoluzione presentata in Assemblea legislativa dal Gruppo PD in Regione, in vista del mese della prevenzione oncologica, per un passo avanti concreto nelle diagnosi precoci in Emilia-Romagna, che oggi è possibile grazie ai risultati delle sperimentazioni condotte a livello nazionale e internazionale. «Nel 2011 la nostra Regione aveva già valutato specifici test, ma a quel tempo le evidenze erano molto scarse, – conclude la Consigliera reggiana – mentre oggi i dati sono assai più significativi, tanto da consentire di stimare una riduzione del 50% dell’indicazione alla chemioterapia nelle pazienti allo stadio iniziale e a rischio intermedio/incerto.»