Trasferimento alberi della Reggia di Rivalta, Pellini: “Rischi per le piante. Sono diventati un simbolo”

A Reggio Emilia c’è chi da sempre si prende cura delle piante, portando a conoscenza dei cittadini sia le informazioni botaniche che storiche. Si tratta del Prof. Ugo Pellini, noto botanico e studioso della flora cittadina, che costantemente, specie quando sono in previsione degli interventi, mette in guardia da eventuali rischi proponendo al contempo soluzioni.

Di seguito pubblichiamo il contributo sugli alberi della Reggia di Rivalta, per i quali è previsto un trasferimento.

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“Il progetto vincitore del bando di concorso “per il restauro e valorizzazione del Parco e del Giardino segreto della Reggia di Rivalta”, a detta degli architetti che lo hanno presentato, si pone l’obiettivo di far “compenetrare il grande giardino estense, durato in verità solo qualche decina di anni del Settecento, con la successiva e relativamente più recente tenuta agricola del Corbelli”.

Le principali emergenze botaniche attualmente esistenti in questo Parco di 250 mila metri quadrati sono il maestoso Cedro deodara, vincolato recentemente come albero monumentale dalla Regione Emilia Romagna e un filare di gelsi, lungo 280 metri, anch’esso secolare.

Per questi gelsi è previsto un “trasferimento” dalla loro sede storica e un trapianto nell’area verde davanti a quel che resta del Palazzo, che verrà anch’esso ristrutturato.

Ebbene, nella Carta forestale della Provincia di Reggio di qualche anno fa si legge che i gelsi del filare in via Combattenti, questo l’indirizzo della Reggia, sono 16 e che in totale, compresi quelli che vegetano nella parte più a sud, sono 36. Sono esemplari di Morus alba, alti mediamente sui 9 metri ed alcuni di essi hanno una circonferenza del tronco superiore ai tre metri.

Trapiantare alberi di queste dimensione, oltre che dispendioso, è complicato è a grande rischio per le piante.

Questo filare ha una sua storia ed è diventato quasi un emblema; si è creato un legame affettivo con chi, in questi anni, frequenta questo ampio spazio verde per fare jogging, passeggiare a piedi, in bicicletta o in occasione delle numerose feste organizzate dall’Associazione “Insieme per Rivalta”.

Perché allora collocarli altrove? In verità i progettisti si sono dimostrati disponibili a confrontarsi sulla sorte di questi importanti alberi; è auspicabile un confronto serio e che sia presa in considerazione l’eventualità di completare diversamente il progetto; nel rendering presentato la sorte di questi alberi non è del tutto chiara e non entra nei particolari.

Discutibile anche la scelta di proporre la “foresta planiziale” nel Belvedere dalla parte del torrente Crostolo, dove un tempo era collocata la statua del Crostolo e che ora si trova in Piazza Prampolini. Qui sono presenti cinque querce di buone dimensioni; la foresta planiziale risale a duemila anni fa e comunque non è del tempo degli estensi o della tenuta agricola. Sempre per quel che riguarda gli alberi, buona, a mio avviso, la scelta di circondare il Parco con lunghi filari di pioppi cipressini ed aceri campestri.

Ugo Pellini, Membro della Consulta Verde

(Nella foto, il filare di gelsi della Reggia di Rivalta per i quali è previsto un trapianto e trasferimento)