Terenziani (Confedilizia):”Chiedere la Tari alle attività chiuse, è come chiedere l’Imu ai proprietari che hanno gli sfratti bloccati”

Quanto abbiamo risparmiato sulla Tari dalla, non certo modesta, attività che ogni giorno compiamo per far trovare negli appositi contenitori la spazzatura perfettamente differenziata? Da un sondaggio effettuato da Confedilizia, l’Associazione dei Proprietari di case di Reggio Emilia, su un campione omogeneo di proprietari associati, l’importo, rispetto all’ultimo anno in cui non si differenziava, si è ridotto dell’ 1,58%. Non vi è dubbio che a muoverci verso la differenziata sia primariamente uno scopo di salvaguardia dell’ambiente. Ma una maggior premialità, tenuto conto della condivisione dello sforzo e di un minor impegno per chi svolge il servizio, andrebbe riconosciuta.

Tale riflessione è nata dopo aver appreso delle richieste di pagamento della Tassa Rifiuti a chi, a seguito dei provvedimenti emergenziali, ha dovuto tenere chiuso il proprio ristorante per mesi.

Il paragone con l’Imu è sorto immediatamente. Anche i proprietari di case, che non hanno la disponibilità del proprio alloggio a causa del blocco degli sfratti (per morosità sorte in epoca precedente al Covid e che nulla hanno a che vedere con l’epidemia) devono pagare l’Imu.
Dunque non si agisce là, dove lo Stato o le Amministrazioni locali potrebbero venire effettivamente incontro alle vittime della Pandemia con una mitigazione delle richieste, ovvero sulla leva fiscale.

La richiesta di pagamento di tali imposte poi è del tutto irragionevole, visto che, così come i ristoratori non hanno prodotto rifiuti, anche i proprietari di case non hanno tratto reddito dal bene locato, con inquilini morosi che non pagano né il canone né le spese condominiali (che, in tal caso, al condominio deve pagare il proprietario).

Categorie quindi senza aiuti (in particolare ai proprietari non è stato riconosciuto alcun indennizzo per i 16 mesi di blocco degli sfratti) di fronte ai quali però la pubblica Amministrazione fa spallucce e la Tari che dovrebbe essere una tassa, ovvero il corrispettivo di un servizio, finisce per essere esattamente come l’Imu, ovvero un’imposta sul patrimonio, indipendentemente dal fatto che questo produca o meno reddito.

Avv. Annamaria Terenziani (Presidente Confedilizia)