“Politica e Magistratura: la vicenda Palamara”. Di Gianluca Tortora (Presidente Circolo G. Gentile FDI)

Quando la vicenda Palamara ha monopolizzato l’informazione si immaginava che si sarebbe assistito ad un vero terremoto. Chi deteneva il potere ha immaginato che circoscrivendo la responsabilità ad un solo esponente, per l’appunto Luca Palamara, in pochi mesi messo in stato di accusa ed espulso dalla Magistratura, tutto si sarebbe tacitato.
In realtà era evidente a molti che tale terremoto giudiziario non si sarebbe esaurito con l’allontanamento del più celebre esponente delle correnti della Magistratura, ma piuttosto avrebbe potuto significare fare luce su alcune intricate vicende, presunti scambi di favori e relazioni decennali tra le correnti della magistratura e una parte della politica.

Le comunicazioni intercettate al capo dell’ANM prima e le confessioni rilasciate nel libro intervista al Direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti poi, hanno svelato senza smentite, ma neppure sorprese per la verità, traffici di influenze, negoziazione di incarichi, strategie per l’eliminazione di oppositori politici etc., che si sono consumate tra Magistratura ed esponenti della classe politica di sinistra.
Quello che Palamara definisce il “Sistema”, a cui sia i magistrati che i politici ammessi al club dovevano sottostare pena ritorsioni, inchieste etc non ha avuto eco sugli organi di informazione salvo qualche approfondimento.

Tutto questo, come lo stesso Palamara dichiara, sotto l’occhio vigile della Presidenza della Repubblica; così come accaduto in occasione della sentenza emessa dal Giudice Esposito sul nemico politico Silvio Berlusconi nell’estate del 2013, calpestando procedure e norme di deontologia professionale (vedi le dichiarazioni rilasciate in anteprima al Mattino di Napoli), valide per molti ma non per tutti.

Viene quindi naturale chiedersi, parlando di quanto di recente si è vissuto nella nostra città, dal colore rosso intenso per il secolare credo politico di sinistra: ma l’accanimento giudiziario verso alcuni esponenti della destra reggiana degli ultimi anni aveva un reale fondamento processuale?
Anche su tale aspetto sempre dal libro intitolato “Il Sistema” si possono ricavare elementi che, sebbene alcuni hanno cercato di addossare a pressioni esercitate dagli schieramenti di destra, riportano le pressioni della sinistra sul capo dell’ANM e sulle correnti perché Marco Mescolini divenisse Procuratore a Reggio: con sponsor del PD reggiano. Ma allora l’accanimento giudiziario verso figure come quella di Giuseppe Pagliani come deve essere letta?
Ed ancora: la circostanza che dopo tre diverse e distinte assoluzioni nel corso di 5 anni di persecuzione giudiziaria l’esponete della destra reggiana siano ancora ostaggio del ricorso presentato dalla Procura Generale di Bologna dinanzi alla Suprema Corte qualche giorno fa come deve intendersi?
I legali dell’Avvocato di Arceto hanno espresso da subito la loro assoluta “incredulità” rispetto ad un’impugnazione che non avrebbe per altro chance se non la finalità di infierire verso una persona giudicata innocente più volte e per la quale, da ultimo, la stessa Cassazione aveva chiesto di celebrare nuovamente il processo dinanzi alla Corte d’Appello di Bologna. Processo conclusosi con l’assoluzione con formula piena dell’Avvocato Pagliani lo scorso 23 dicembre.

Se le numerose circostanze sopra richiamate e le ultime pronunce come quella del Consiglio di Stato in ordine alla designazione del Procuratore di Roma non fossero ancora necessarie per avviare un sano confronto e riformare una giustizia che anche nel PNRR costituisce un ostacolo alla modernizzazione del nostro Paese, cosa occorre ancora? Quando realmente la Politica non sarà più percepita come un ostacolo della Magistratura e quest’ultima si dedicherà alla sola amministrazione della giustizia?
Solo allora si potrà sconfessare Platone, il quale sosteneva che “il capolavoro dell’ingiustizia è di sembrare giusto senza esserlo”.

Gianluca Tortora, Circolo Culturale “G. Gentile” Fratelli d’Italia