Nuovi contratti ancora in aumento nel territorio reggiano, ma il 47% dei profili è introvabile

Mentre prosegue l’aumento del numero dei nuovi contratti attivabili (12.840 quelli previsti tra dicembre 2021 e febbraio 2022), continua ad aumentare anche la quota di candidati introvabili nei processi di selezione di personale da parte delle imprese della nostra provincia, che dichiarano di avere difficoltà a reperire i profili ricercati per il 47% dei casi, equivalenti a 1.184 profili per il solo mese di dicembre.

Il dato appare in crescita sia rispetto al 2019, quando si attestava al 39%, sia rispetto al 2020, quando le difficoltà di reperimento si prevedevano per il 41% dei potenziali neoassunti.

Le analisi elaborate dal Sistema informativo Excelsior – gestito da Unioncamere-ANPAL – in collaborazione con l’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia, segnalano quindi il progressivo disallineamento tra domanda e offerta di lavoro a livello locale.

Le cause all’origine della difficoltà di individuare un candidato adeguato sono riconducibili in parte alla mancanza di candidati (nel 27,7% dei casi) e in parte all’insufficiente preparazione dei candidati (nel 16,1% dei casi). Tra i profili più difficili da reperire emergono i tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione, per i quali le imprese prevedono difficoltà di reperimento in 68 casi su 100. Seguono i tecnici delle vendite, del marketing e della distribuzione commerciale (66,9%), gli operatori della cura estetica (63,4%), nonché gli operai specializzati in altre attività industriali (62,2%).

Tutto ciò, come si è detto, mentre crescono i nuovi contratti programmati dalle imprese, che si collocano a 12.840 nel periodo tra dicembre 2021 e febbraio 2022, con un incremento di 5.470 unità (+74%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e del 23% rispetto a due anni fa.

Per il mese in corso sono 2.520 le entrate complessive previste, l’84% in più rispetto allo stesso mese del 2020 e il 25% in più in confronto a dicembre 2019.

Tra le tipologie di profili più richiesti prevalgono i contratti a tempo determinato che coinvolgeranno il 51% delle entrate programmate (contro il 37% del dicembre 2019), seguiti dal 33% di entrate stabili (contratti a tempo indeterminato e apprendistato), che cala sia rispetto al 2020, quando le entrate stabili rappresentavano il 36% delle assunzioni, che rispetto al 2019 (51%).

I settori che prevedono la stipula del maggior numero di contratti di lavoro sono la manifattura e le public utilities (1.040 unità, pari al +70% rispetto a dicembre 2019 e addirittura al +136% sul 2020, duramente segnato dal Covid) e  i servizi alle imprese (620, il 41% in più del 2019 e +94% sul 2020). Più contenute, invece, le variazioni in entrata per costruzioni (180, valore pari alle previsioni del 2019, ma in crescita del 38% sul 2020) e il commercio (310, +11% sul 2019 e + 63% sullo scorso anno), mentre le richieste di neoassunti da parte delle imprese del turismo (190 contratti previsti) appaiono in sensibile aumento sullo scorso anno (+58%), ma ancora in flessione rispetto ad un 2019 sgombro dal Covid (-30%). Analogo l’andamento per i servizi alle persone (180 nuovi contratti previsti a dicembre), con un +6% rispetto allo stesso mese del 2020 e una flessione del 22% sul 2019.