Isabella Albertini (FI): “Il rilancio della montagna passa per l’Europa”

Nel rinnovato spirito di ‘unità nazionale’ che trova alveo nel nuovo governo presieduto da Mario Draghi, occorre indirizzare lo sguardo al territorio con orizzonte pragmatico di lungo periodo.

La montagna reggiana e la sua gente, destinatarie di campagne elettorali e slogan ad effetto, attendono risposte alle tante, troppe problematiche accumulate in decenni di malgoverno. Lettera morta la promessa di riaprire il punto nascite di Castelnovo né Monti a ridosso del voto del 2020, come il rilancio delle grandi opere, alcune delle quali, come la diga per l’invaso di Vetto, attendono da decenni di vedere la luce (trent’anni fa circa partirono i lavori di un progetto autorizzato, oggi il PD prende tempo e affida un oneroso studio di fattibilità al Consorzio di Bonifica Emilia Centrale, eludendo l’esito del Tavolo Tecnico Enza con le parti sociali).

Indubbiamente l’emergenza sanitaria ha posto all’attenzione prioritaria della Giunta Regionale la lotta al virus, ma ha fatto confluire nelle casse della Regione enormi risorse finanziarie, per lo più ancora da tradurre in migliori servizi di sanità pubblica per i cittadini, chiedo cosa si sia stanziato per il contrasto alla pandemia nelle aree montane, per gli uomini e le donne della montagna, la cui condizione è gravata da storiche deficienze strutturali: una rete stradale e viaria degradata su cui si è troppo modestamente intervenuto negli anni recenti, un inesorabile dissesto idrogeologico figlio di politiche predatorie sugli argini e un forte gap digitale, che hanno depotenziato il nostro Appennino condannandolo a graduale spopolamento, cui la chiusura del punto nascite dell’Ospedale Sant’Anna nel 2017 ha fornito l’ulteriore violenta spallata. A fronte del quadro ben poco risolve il ‘Bando montagna’ prodotto dalla nostra Regione.

Il nuovo programma del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) per la coesione economica e sociale dell’Unione europea concentra gli investimenti su alcuni obiettivi prioritari chiave: innovazione e ricerca, agenda digitale, sostegno alle piccole e medie imprese ed economia a basse emissioni di carbonio. Le risorse stanziate a favore di tali priorità dipendono dalla categoria di regione, nelle regioni più sviluppate come è classificata la nostra (sulla base di reddito annuo pro-capite medio rilevato) almeno l’80 % dei fondi deve concentrarsi su almeno due priorità. Le aree svantaggiate dal punto di vista geografico (in quanto isolate, montagnose o a scarsa densità demografica) si vedranno assicurare un trattamento particolare così come e aree più periferiche. Questa impostazione sartoriale della progettazione per la coesione economica sociale consente di prevedere sin da ora che gran parte delle risorse regionali potranno essere indirizzate al nostro trascurato Appennino, ricco di pregevoli testimonianze storico architettoniche e di spettacolari aree naturalistiche, sol che ci sia la volontà politica di garantirlo.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sarà riscritto e presentato entro il 30 aprile 2021. Il Fondo Agricolo Europeo per lo Sviluppo Rurale, prorogato al 31 dicembre 2022, garantirà ulteriori risposte finanziarie a supporto. Coordinando gli strumenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dei fondi strutturali si potrà lanciare una sorta di ‘piano Marshall’ ben articolato per la nostra montagna, che recuperi alla produzione di energie rinnovabili le risorse idriche disponibili, valorizzi le fonti montane per il recupero ad uso potabile e irriguo senza spreco di questa preziosa risorsa planetaria; intervenga sulla rete stradale e sulla transizione digitale anche della pubblica amministrazione (che sia dolce e implementi competenze diffuse, ma garantisca punti informativi per chi ha difficoltà nell’uso dello strumento) rafforzando la ‘logistica montana’ ad ogni livello, riveda in chiave di prossimità le strutture e i presidi sanitari, modernizzi l’agricoltura innovativa e biologica, combattendo il dissesto idrogeologico, rilanci turismo, produzioni e filiere agroalimentari, artigianato locale, potenziando l’ecosistema montano senza sacrificio in qualità della vita, ma favorendo occupazione, ripopolamento e nuovo sviluppo economico.
Un appello, questo mio, cui le Istituzioni devono rispondere con un tavolo di concertazione ad hoc aperto alle migliori idee anche delle opposizioni.

Isabella Albertini ,Vice Coordinatore Provinciale Forza Italia