Castelnovo di Sotto, addio ad Agide Bertolotti, bibliotecario e storico castelnovese

Nei giorni scorsi se n’è andato, all’età di 92 anni, un grande castelnovese: Agide Bertolotti.

La sua storia è legata a doppio filo con quella del suo paese natale al quale ha dedicato tempo, energie e risorse intellettuali.

Nato il 1° maggio 1926 a Castelnovo Sotto, a partire dal secondo dopoguerra fu impiegato all’anagrafe del comune della quale divenne ben presto il responsabile. Dal 1962 fu il promotore e l’animatore della biblioteca comunale che gestì personalmente perlopiù a titolo volontario fino al giorno della pensione nel 1985. Con la sua gestione e la creazione la biblioteca, che all’epoca apriva anche la sera, divenne un centro di incubazione culturale per iniziative e approfondimenti legati alla diffusione del patrimonio storico locale.

Agide aveva un interesse particolare per la cultura e la storia, soprattutto quella del nostro paese. Così aveva iniziato ricerche negli archivi del Comune portando alla luce numerosi documenti e testimonianze sulla storia di Castelnovo, che metteva a disposizione di studenti, insegnanti e studiosi interessati. Nel 1981 queste ricerche confluirono in un libro: “Castelnovo di Sotto. Notizie storico urbanistiche” che ripercorre lo sviluppo del paese a partire dalla fine del XVIII secolo. Il testo rimane ancora oggi un’importante fonte per chi voglia intraprendere la ricostruzione delle vicende che hanno caratterizzato lo sviluppo architettonico e urbanistico.

Nel decennio successivo, ormai in pensione, collaborando con Ivan Chiesi, mise mano alla pubblicazione di un secondo volume: “Assistenza e carità a Castelnovo Sotto”: un testo sulla storia dell’antico ospedale degli infermi sorto nella seconda metà del XV secolo fino alla istituzione della moderna Casa Protetta.

Agide mantenne forti radici nella comunità locale costituendo sempre un punto di riferimento per insegnanti, studenti, amministratori e dipendenti della pubblica amministrazione. Con la modestia che lo accompagnato tutta la vita, ancora pochi anni fa prese parte alla redazione dell’opuscolo pubblicato dal Comune, frutto di una ricerca di alcune insegnati e classi dell’istituto comprensivo. Fondamentale fu il suo aiuto nella stesura dei percorsi turistici del nostro territorio che sono tuttora a disposizione degli abitanti e del pubblico sul sito istituzionale del comune di Castelnovo di Sotto.

Agide viveva ancora a Castelnovo, in via Fratelli Cervi 26. Per il paese la sua scomparsa rappresenta una profonda ferita.

Lo ricorda così l’assessore Ivan Chiesi: “Ho avuto la fortuna di conoscere Agide in biblioteca quando ancora frequentavo le scuole elementari. Apparteneva alla generazione di mio padre col quale era legato da una lunga amicizia. La mia passione per storia e l’archeologia trovarono subito in lui l’interprete che seppe indirizzare le mie prime letture e ricerche. In particolare, quando mi fu affidata una ricerca sulla chiesa della Madonna in Piazza Prampolini, riuscì a farmi apprezzare quello che all’epoca era davvero un monumento nascosto e chiuso da molti anni. Ricordo ancora – ricorda Chiesi – la sera o i pomeriggi in biblioteca a discutere e di storia mentre mi mostrava ricerche di altri studiosi e documenti d’archivio. La frequentazione della biblioteca non si limitava a fornire stimoli intellettuali, ma riusciva a veicolare valori etici e talvolta esistenziali, che sapevano coinvolgerti direttamente.

Nel 1993 abbiamo pubblicato insieme il libro sulla storia dell’ospedale di Castelnovo; tante discussioni, tanto confronto che in lui, per sua natura schivo e taciturno, non mi sarei mai aspettato. Nei testi la sua attenzione andava ai temi sociali, alle difficoltà delle persone, all’affermazione dei diritti coerente con una scelta politica che caratterizzò tutta la sua vita. Una scelta logica, in totale sintonia con i suoi interessi di studioso. Quando si parlava di storia di documenti e soprattutto di Castelnovo gli si aprivano gli occhi. La sua timidezza era un modo per fare capire quanto si sentisse inadeguato lui che come diceva sempre “aveva poco più che una licenza elementare”; ma diventava anche un modo per riflettere. In effetti – prosegue l’assessore – quest’uomo schivo e silenzioso, manifestava importanti doti di comunicatore, quando trattava della storia e delle tradizioni di Castelnovo. La sua infinita curiosità di lettore e di osservatore, la sua ansia di capire non più coltivate negli ultimi anni a causa della malattia hanno determinato forse la sua insoddisfazione più acerba. Personalmente ripenso con particolare emozione al tempo trascorso nelle belle chiacchierate in biblioteca resta l’amarezza per la sua scomparsa e la certezza che con lui se n’è andato un pezzo delle mia e della nostra storia”.

nsr