Studiare all’estero: riparte di sogno degli adolescenti reggiani della “Generazione Intercultura”

Per gli studenti di ogni grado la pandemia ha posto molte sfide. Eppure, tra difficoltà superate grazie ad una grande dose di buona volontà, le studentesse e gli studenti italiani hanno dimostrato di non lasciarsi abbattere. Anzi, desiderano seguire ancor più tenacemente i loro sogni, consapevoli più che mai che la crescita passa anche attraverso momenti di crisi.
La chiusura forzata, dalle mura di casa alle frontiere tra i Paesi, sembra aver alimentato ancor di più il fuoco che arde nel cuore di molti adolescenti di poter studiare all’estero durante il ciclo delle scuole superiori: una “Generazione Intercultura”,che decide di sfruttare al massimo le opportunità di miglioramento a livello scolastico e personale andando a studiare in una scuola all’estero.
I dati lo dimostrano: 5000 adolescenti di tutta Italia lo scorso autunno hanno deciso di iscriversi al concorso di Intercultura, l’Associazione no profit leader in Italia nell’organizzazione degli scambi scolastici internazionali. 1.600 ragazzi tra i 16 e i 17 anni sono risultati vincitori e hanno già iniziato il percorso di formazione, guidato dai volontari dell’Associazione, il quale li aiuterà a prendere consapevolezza dell’esperienza che si accingono a vivere e a dotarsi di strumenti per affrontare le varie situazioni che si troveranno a vivere.

Anche quest’anno i volontari di Intercultura di Reggio Emilia hanno voluto creare un momento speciale per gli studenti e per le loro famiglie. I ragazzi e le ragazze riceveranno una pergamena attestante la vincita del concorso nel corso della cerimonia di premiazione che si terrà il 22 giugno, presso la Sala del Tricolore, alla presenza dell’Assessora a Educazione, Conoscenza, Città universitaria e Sport, con deleghe a Creatività giovanile, Raffaella Curioni. 

L’incontro sarà anche un’occasione per salutare i tre ragazzi stranieri ospitati nella nostra provincia: Idil dalla Turchia e Marcelo dal Paraguay, ospitati a Reggio Emilia, e Ignacio dal Messico, che vive da un anno presso una famiglia di Rio Saliceto. Nonostante la didattica a distanza e diverse misure di contenimento della pandemia, sono riusciti a conoscere nuovi amici, una nuova cultura e a vivere un’esperienza ricca di emozioni.

Veri ambasciatori della loro terra nel mondo e ponti tra culture, questi adolescenti rappresentano un’iniezione di fiducia in un momento storico in cui il mondo ha scoperto delle fragilità, ma anche delle risorse inaspettate. Tale opportunità è risultata determinante anche grazie all’ampio programma di borse di studio che Intercultura, anche grazie alla collaborazione di numerosi partner esterni, mette a disposizione: in tutta Italia più di 2 studenti su 3 partiranno grazie al sostegno economico di una borsa di studio. In particolare, alcuni tra i ragazzi di Reggio Emilia potranno vivere la loro esperienza all’estero grazie all’aiuto della Fondazione Carire Manodori, Officina Bocedi e Famiglia Spagni.

Intanto, anche in Italia Intercultura sta selezionando famiglie interessate a confrontarsi con un ragazzo o una ragazza di un altro Paese: sono oltre 300 i giovani che arriveranno in Italia all’inizio dell’anno scolastico.

I DATI DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA: più di 130 gli studenti vincitori del concorso di Intercultura.

I ragazzi risultati vincitori del concorso di Intercultura nella regione sono più di 130, pronti per partire. Irlanda, Canada e Danimarcasono le destinazioni che accoglieranno il numero più consistente di adolescenti della regione.

Nell’anno del Covid migliaia adolescenti si sono iscritti al concorso di Intercultura, consapevoli dell’importanza che rivestono le esperienze di studio internazionali proposte dalla nostra Associazione per la loro crescita umana e professionale– commenta Andrea Franzoi, Segretario Generale di Intercultura – “Avere la curiosità e il coraggio di partire per un periodo di studio all’estero significa investire sul proprio futuro per sviluppare le competenze interculturali che daranno a questi ragazzi una marcia in più nella loro vita. La pandemia, una volta per tutte, ci ha fatto capire che viviamo in un mondo globalizzato e interconnesso: imparare a comunicare con persone che hanno un bagaglio culturale differente dal proprio è una necessità per tutti”.

Chi ha deciso di lasciare le sicurezze della propria casa per imbarcarsi in un’esperienza veramente sfidante non si è pentito, anzi afferma che la scelta di partire gli ha comunque permesso di vivere una profonda esperienza educativa in un anno così particolare.