Situazione “Asp Reggio Emilia Città delle persone”: allarme dei sindacati

A cinque anni dalla fusione delle Asp Rete (servizi per anziani) e Asp Osea (servizi per minori e disabilità) con la costituzione dell’Asp Reggio Emilia Città delle Persone, una delle più grandi a livello nazionale con i suoi quasi 700 dipendenti, e dopo due anni di pandemia che ha messo a dura prova servizi ed operatori, Funzione Pubblica Cgil Reggio Emilia e Cisl Fp Emilia Centrale lanciano un appello per informare sulla situazione di difficoltà e preoccupazione diffuso tra i lavoratori.

“Il quadro che emerge dalle assemblee dei lavoratori dello scorso 28 e 29 ottobre è di una azienda in forte sofferenza e fragilità, non solo economica, già presente prima dell’emergenza pandemica, ma che quest’ultima ha reso ancor più evidente e grave”, spiegano i sindacati.

“In particolare nei servizi per anziani – proseguono – , ad una turnazione già gravata dalla riorganizzazione del 2018 si sono aggiunti prima la pesantezza del lavoro nel periodo pandemico nel quale molti operatori si sono ammalati e tanti anziani han perso la vita, con un’enorme difficoltà anche nel reperire le sostituzioni per le figure sanitarie, quindi, oggi, la preoccupazione per il taglio dei posti accreditati all’azienda da parte del Comitato di distretto. Questo comporterà la chiusura del nucleo speciale e il centro diurno dedicati alla demenza, la rideterminazione dell’organico e la ridefinizione dei turni di lavoro nelle strutture rispetto ai quali come sindacati abbiamo chiesto, e ottenuto, l’istituzione di un tavolo tecnico che dovrà cercare soluzioni condivise per un’organizzazione più sostenibile per i lavoratori e di qualità nei servizi agli ospiti attraverso maggior compresenza interprofessionale, riunioni d’equipe regolari, reperibilità, formazione. Preoccupa l’apparente disinvestimento progettuale e di organico rispetto ad una risorsa importante per la cittadinanza come i centri diurni”.

“Rispetto ai servizi per minori e disabilità, relativamente toccati dall’emergenza pandemica, negli anni sono aumentate una serie di difficoltà, divenute oramai strutturali. Infatti è dal 2011 che non vengono realizzati concorsi né verticalizzazioni per educatori per cui oggi più del 30% ha un contratto interinale che comporta un continuo turn over, con conseguente logoramento della qualità dei servizi basati sulla relazione fra educatore e minore o disabile, relazione che dovrebbe essere la più stabile possibile. L’impressione che emerge è che si sia persa una visione strutturale di questi servizi, che oggi sono garantiti principalmente dalla dedizione dei lavoratori”.

“In questo complesso quadro fatto di criticità nuove e croniche – concludono i sindacati -, la soluzione non può prescindere dalla nomina in tempi brevi di un direttore generale, che manca dal gennaio 2021, e dal rafforzamento della compagine dirigenziale attraverso la copertura del posto da dirigente, vacante dal 2018, che a nostro avviso dovrebbe essere dedicato dell’area educativa e della formazione del personale. Chiediamo pertanto al Comune di Reggio Emilia ed alla presidenza un’accelerazione negli atti da compiere: gli attuali due dirigenti non sono sufficienti a mettere in campo tutte le azioni necessarie e non più rinviabili per il rilancio del lavoro e di servizi di qualità, in ambiti così importanti e strategici (anziani, minori e disabili) per la città di Reggio Emilia che si fregia del titolo di Città delle Persone. Utenti, organizzazioni sindacali e lavoratori non son più disposti ad aspettare”.