Silvio D’Arzo: alla Biblioteca Panizzi una giornata dedicata allo scrittore reggiano a 70 anni dalla morte

www.nextstopreggio.it

A 70 anni dalla morte di Silvio D’Arzo, la Biblioteca Panizzi, che custodisce la principale dotazione archivistica esistente a livello nazionale del noto scrittore reggiano, nato Ezio Comparoni a Reggio Emilia nel 1920 e morto a soli trentadue anni nel 1952, ospita, venerdì 11 novembre nella Sala del Planisfero dalle 10.00 alle 18.00, una giornata interamente dedicata al celebre autore, finalizzata ad aggiornare gli studi e a presentare al pubblico le scoperte più recenti.

Alle ore 10.00, dopo i saluti dell’Assessora alla Cultura del Comune di Reggio Emilia Annalisa Rabitti, prenderà il via la prima parte della giornata, presieduta dal critico letterario Giulio Iacoli dell’Università di Parma: nel corso della mattinata verranno illustrate le ultime ricerche sullo scrittore reggiano insieme ai relatori Alberto Bertoni dell’Università di Bologna, che interverrà con Casa d’altri e la sua attualità; Anna Luce Lenzi, insegnante e studiosa di Silvio D’Arzo, con Maestri, Quasi maestri, Supplenti: Silvio D’Arzo da Penny Wirton in poi; quindi Alberto Sebastiani dell’Università di Bologna, con Silvio D’Arzo e ‘il libro per ragazzi’. Nuove questioni filologiche e stilistiche e, infine, Alberto Ferraboschi, Responsabile della Biblioteca Panizzi, che illustrerà Il Fondo D’Arzo-Macchioni Jodi, acquisito nel 2016 dalla Biblioteca Panizzi a completamento del già vasto corpus documentale darziano posseduto in città, e che rende la Biblioteca un punto di riferimento per chiunque intenda avvicinarsi alla lettura e allo studio dello scrittore reggiano.

I lavori riprenderanno alle ore 14.30 con la seconda parte del convegno, presieduto da Giorgio Zanetti dell’Università di Modena e Reggio Emilia, con una conversazione tra gli scrittori Guido Conti e Piergiorgio Paterlini, che dialogheranno sull’influenza dell’opera darziana sulla loro produzione letteraria. Infine è prevista la presentazione del libro di Silvio D’Arzo Gec dell’avventura, Einaudi 2020, un romanzo per ragazzi inedito e incompiuto, ritrovato tra i materiali del Fondo D’Arzo-Macchioni Jodi, trascritto da Alberto Sebastiani, grande esperto dello scrittore reggiano, e la cui conclusione è stata affidata ad Eraldo Affinati, scrittore, insegnante e profondo estimatore di D’Arzo.

La Giornata intende inserirsi nell’ambito di un costante percorso di valorizzazione dell’opera darziana, profondamente contraddistinta dal rapporto fra l’autore e il radicamento nel proprio territorio, e delle recenti acquisizioni dei materiali del Fondo D’Arzo-Macchioni Jodi conservati presso la Biblioteca Panizzi.

L’evento è ad accesso libero e gratuito, maggiori dettagli si possono trovare sul sito https://www.bibliotecapanizzi.it/ o sui canali social della Biblioteca Panizzi.

BIOGRAFIA

Silvio D’Arzo (pseudonimo di Ezio Comparoni) nasce a Reggio Emilia nel 1920 da Rosalinda Comparoni, originaria di Cerreto Alpi, e da padre ignoto. La sua formazione è legata alla città natale, nella quale frequenta gli studi ginnasiali e successivamente il liceo “Spallanzani”, conseguendo a soli sedici anni la maturità classica. Nel 1941, dopo la laurea in lettere all’Università di Bologna, ottenuta con una tesi in glottologia sul dialetto reggiano, si dedica all’insegnamento. Negli stessi anni inizia l’apprendistato letterario, pubblicando su alcune riviste i suoi primi racconti, firmati con lo pseudonimo Silvio D’Arzo; avvia inoltre un fitto scambio epistolare con l’editore Vallecchi, presso il quale pubblica il romanzo All’insegna del buon Corsiero. Chiamato agli obblighi militari nel 1942, dopo una temporanea permanenza a Canzo di Como viene assegnato alla scuola allievi ufficiali di Avellino e, all’indomani dell’8 settembre 1943, è coinvolto negli eventi bellici: catturato dai tedeschi e condotto su una tradotta per la Germania riesce fortunosamente a sfuggire alla deportazione per tornare nella sua città natale. Dopo la Liberazione riprende l’insegnamento, dapprima al liceo “Spallanzani”, poi all’istituto “Secchi”, e si dedica ad un’intensa attività editoriale e alla collaborazione con diverse riviste. Colpito da una grave forma di leucemia muore nel 1952, all’età di soli trentadue anni.

Nonostante la vita appartata e la prematura scomparsa, Silvio D’Arzo lascia un’ampia ed eterogenea produzione editoriale, composta da opere narrative, raffinati saggi critici (raccolti in seguito sotto il titolo di Contea inglese) e da una serie di composizioni in versi. Certamente profonda è la conoscenza della grande letteratura straniera, in particolare angloamericana e francese, rivelata dalla scrittura saggistica, ma ancor più radicato risulta essere il legame con la terra d’origine i cui riferimenti ritornano costantemente nelle opere di narrativa. È in questo genere letterario che la fertile vena creativa dell’autore si esprime appieno, nei testi per ragazzi (Penny Wirton e sua madre, Il pinguino senza frac e Tobby in prigione), nei racconti brevi e nei romanzi più noti, All’insegna del Buon CorsieroL’osteria e, soprattutto, Casa d’altri: pubblicato per la prima volta nel 1952 su “Botteghe Oscure” e l’anno successivo in volume per l’editore Sansoni, è stato definito da Montale “un racconto perfetto”.