“Siamo tutti nati scalzi”, un torneo per imparare ad amare. L’idea di Cristina, dal Madagascar

Calcio e solidarietà vanno a braccetto e scendono entrambi in campo a favore della missione in Madagascar.

L’Asd Fc Sesso, in collaborazione con la parrocchia locale, ha organizzato per domenica 28 ottobre un torneo aperto a tutti, grandi e piccoli, ragazzi e ragazze; anche a singoli giocatori o giocatrici che decidano di recarsi a Sesso per aderire all’iniziativa all’ultimo istante; una manifestazione, alla sua prima edizione, finalizzata a sensibilizzare le persone nei confronti della povertà del mondo africano e nello specifico per sostenere economicamente la missione in Madagascar.

L’iniziativa avrò luogo appunto domenica 28 ottobre, con fischio d’inizio alle ore 15,30, presso il campo parrocchiale di Villa Sesso. Per iscriversi basta contattare Cristina Orlandini, l’organizzatrice, al numero 3468910593.

Il nome del torneo è “Siamo tutti nati scalzi” e la competizione si disputerà appunto sul manto verde del campo parrocchiale di Villa Sesso, che sarà tirato a lucido per l’occasione, senza però indossare né scarpe né calze, quindi a piedi nudi. Parallelamente, sarà a disposizione di tutti un servizio ristoro con bar e gnocco fritto a partire dalle 18.

“Siamo nel mese missionario – ci spiega Cristina Orlandini – e abbiamo pensato di creare questa prima edizione del torneo di calcio per consentire alla gente di mettersi per un attimo nei panni di queste persone. Io sono stata in Madagascar per un anno e mezzo e là ho giocato scalza, assieme ai giovani del luogo e proprio da quella mia esperienza ho deciso di creare un’iniziativa finalizzata al sentirsi più vicini al loro modo di vivere lo sport; un’iniziativa un po’ diversa che vuole catturare il cuore delle persone”.

Cristina, in che modo hai prestato il tuo servizio di volontaria in Madagascar?

“Ero all’ospedale di Ampasimanjeba, da volontaria ovviamente, e aiutavo in un centro di infanzia, dove curavamo i figli delle persone ammalate o i ragazzini della zona e proprio in quell’area abbiamo costruito una campo da calcio con le canne di bambù dove giocavamo scalzi, tutti assieme. In ospedale, invece, seguivo il progetto “Salute madre bambino”, riservato alle donne incinta e inoltre prestavo servizio di volontariato anche presso un istituto per malati di tubercolosi”.

Hai soltanto 24 anni e questa esperienza ha certamente caratterizzato la tua vita?

“Certo, mi ha riempito di gioia e ha alimentato in me un desiderio sempre più forte di aiutare gli altri”.

Lorenzo Chierici