SGB: “No alla riapertura delle scuole superiori: non ci sono le condizioni minime di sicurezza!”

Il premier Conte, la Ministra all’Istruzione Azzolina ed alcuni presidenti regionali come il governatore emiliano Bonaccini continuano a manifestare grande entusiasmo per la riapertura delle scuole superiori al 75% degli studenti fissata al prossimo 7 gennaio. Noi di SGB continuiamo invece ad essere contrari a questa scelta completamente irrazionale e pericolosa per la salute dei lavoratori della scuola, degli studenti e delle loro famiglie. Tutti sanno che la riapertura delle scuole superiori coinciderà con l’avvio della terza ondata dell’epidemia COVID nonché con il picco dell’influenza stagionale.

Soltanto la scorsa settimana è stato ricordato che, dall’inizio dell’anno scolastico, la provincia di Reggio Emilia ha conosciuto mediamente un rapporto di 1 a 5 relativamente alle classi interessate da casi COVID rispetto al totale delle classi di alunni. L’ultimo imponente focolaio registrato in provincia è stato quello della scuola elementare Marco Polo di Rubiera con 30 casi di positività in 10 delle 12 classi. Per queste ragioni non possiamo assolutamente condividere le dichiarazioni del dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale di Reggio Emilia, rilasciate lo scorso 9 dicembre, orientate alla forte minimizzazione dell’emergenza epidemiologica all’interno degli istituti.

Chiediamo al Prefetto di Reggio Emilia di non assecondare i ricatti dell’Agenzia della mobilità e di SETA per la riapertura delle scuole. A causa della scarsità degli autobus le scuole saranno costrette a differire gli orari di inizio delle lezioni mantenendo però lo stesso orario di uscita. In questo modo si andranno semplicemente a sostituire (o forse ad aggiungere) gli assembramenti del mattino con gli assembramenti del primo pomeriggio. Questa ennesima problematica si va inevitabilmente a creare poiché il TPL reggiano continua a versare in condizioni disastrose dopo decenni di tagli. Al posto di incrementare il numero di autobus e di autisti (sempre più in fuga da SETA poiché sottopagati) l’Agenzia della mobilità dovrà fare affidamento sugli orari d’ingresso scaglionati degli studenti. Altra gravissima decisione emersa dall’ infausto confronto tra Agenzia della mobilità e Ufficio Scolastico provinciale è quella di scaricare sugli insegnanti il lavoro che dovrebbe svolgere l’Agenzia della mobilità ovvero la rilevazione statistica degli autobus utilizzati dagli studenti, dati che ovviamente sono già in possesso di SETA.

Ci troviamo di fronte ad un vero e proprio delirio aziendale ed istituzionale: a questo punto potremmo anche aspettarci, alla prossima occasione, che venga chiesto al personale scolastico di andare a pulire i mezzi e gli uffici di SETA. Ovviamente i docenti devono respingere al mittente questa inaudita provocazione. Prendiamo positivamente atto del rifiuto già manifestato, in questi ultimi giorni, da moltissimi insegnanti di diversi istituti della nostra provincia. Nelle scuole continuano a mancare molte delle condizioni essenziali al reale contenimento dell’emergenza: spazi adeguati, impianti di aereazione, continua sorveglianza sanitaria, trasparenza dei dati sui casi di contagio, mascherine FFP2, mascherine chirurgiche sicure (molte scuole si sono viste recapitare le mascherine prodotte da FCA oggetto di recenti inchieste giornalistiche per la loro scarsa efficacia). Le uniche risorse umane aggiuntive a disposizione delle scuole per favorire il distanziamento sociale (i c.d. lavoratori anti covid) non hanno ancora ricevuto un euro di stipendio da settembre. In compenso a tutto ciò, in diversi istituti sono finalmente arrivati i banchi con le rotelle tanto cari alla ministra Azzolina.
Ribadiremo al prefetto di Reggio Emilia la richiesta che gli avevamo già formalizzato il 13 novembre, in occasione dello sciopero del personale educativo: la momentanea chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado della provincia.

SGB (Sindacato Generale di Base)