Il Gruppo Meccatronico di Unindustria Reggio Emilia – che rappresenta 400 aziende per un totale di circa 29.000 addetti – partecipa all’iniziativa nazionale di Federmeccanica “I giorni della metalmeccanica”.
Ogni tre mesi viene illustrato il quadro congiunturale di settore.
Quadro congiunturale settore metalmeccanico nazionale
Il 2022 si è chiuso in negativo per l’attività produttiva del Settore, segnando un -0,4 rispetto al 2021.
Il dato congiunturale del quarto trimestre ha fatto registrare un aumento dell’1,3% rispetto al precedente, mentre nel confronto con l’ultimo trimestre del 2021, c’è stata una variazione del +0,2% dopo il calo dell’1,9% osservato nei tre mesi estivi.
A livello europeo, nella media dell’anno, la flessione produttiva registrata per il settore metalmeccanico italiano si confronta con i risultati positivi realizzati dai principali paesi della UE.
Le esportazioni nel confronto con il 2021 hanno fatto registrare un +14,4%, mentre le importazioni sono cresciute del 19,7%, determinando un saldo commerciale attivo di quasi 45 miliardi di euro.
Occorre sottolineare che gli incrementi dell’interscambio sono stati influenzati dalla crescita dei valori medi unitari.
Le prospettive a breve emerse dall’indagine indicano un’attenuazione della fase negativa della congiuntura
settoriale:
il 32% delle imprese intervistate si dichiara soddisfatto del proprio portafoglio ordini
il 28% prevede incrementi di produzione, a fronte del 18% che pronostica riduzioni
il 22% ritiene di dover aumentare, nel corso dei prossimi sei mesi, gli attuali livelli occupazionali.
Rimane comunque significativa (10%) la quota di imprese che valuta cattiva o pessima la situazione della liquidità aziendale.
Quadro dell’industria metalmeccanica reggiana
Nel quarto trimestre del 2022, nonostante il contesto economico internazionale sia caratterizzato da un forte rallentamento della domanda (causato da un lato dall’erosione del potere d’acquisto delle famiglie per l’impennata dell’inflazione, dall’altro dalle politiche monetarie più restrittive volte a contrastarla), resta, seppur debolmente, positivo il quadro congiunturale complessivo dell’industria metalmeccanica reggiana.
Il rallentamento rispetto alla prima parte del 2022 di tutti i principali indicatori appare tuttavia evidente, sintomo che l’incremento dei costi energetici, il perdurare delle difficoltà di approvvigionamento di materie prime e prodotti intermedi e il loro rincaro hanno ostacolato anche in provincia di Reggio Emilia l’attività industriale.
Il risultato segnato dalla produzione industriale (+4,3%) è stato accompagnato da un incremento degli ordinativi provenienti sia dal mercato interno sia da quello estero.
Il fatturato totale ha segnato un +7,9% e la componente estera ha mostrato un aumento della stessa entità. Occorre sottolineare che gli incrementi del fatturato sono stati influenzati dalla crescita dei valori medi unitari.
L’andamento dei prezzi delle materie prime energetiche continua a ripercuotersi sui prezzi alla produzione e nel settore metalmeccanico, che risulta il maggior utilizzatore di metalli, nel 2022 i prezzi alla produzione sono aumentati in termini tendenziali del 12,3%.
Tali dinamiche hanno un impatto negativo sulla competitività di molte imprese con ricadute sui margini di profitto già condizionati dai costi dell’energia.
Nel quarto trimestre del 2022 la dinamica occupazionale nelle imprese metalmeccaniche non ha registrato variazioni significative.
Continuano però a mancare i profili che servono alle imprese: non si trovano i profili tecnici tradizionali e quelli avanzati.
Nonostante la contrazione dei consumi interni e il rallentamento della domanda globale facciano crescere le preoccupazioni per il futuro di breve periodo – che potrebbe essere caratterizzato da un ridimensionamento degli ordini sia sul mercato interno sia soprattutto sul mercato estero – le attese degli imprenditori non mostrano ulteriori peggioramenti rispetto a quanto già evidenziato nei tre mesi precedenti.
Con riferimento alla produzione complessiva, il 29% prospetta incrementi a fronte di un 8% che, al contrario, prevede contrazioni. Similmente per quanto riguarda la quota destinata all’estero: le imprese che prevedono un aumento degli ordini dall’estero sono il 27% contro il 10% che pensa di ridurli.
Alberto Rocchi, Presidente del Gruppo Meccatronico di Unindustria Reggio Emilia, commenta: “I risultati dell’indagine congiunturale evidenziano una situazione di sostanziale tenuta dell’industria metalmeccanica reggiana, allontanando quindi i dubbi di una possibile fase recessiva nella prima parte del 2023. Permangono, tuttavia, forti preoccupazioni a causa del prolungamento del conflitto russo-ucraino, delle persistenti difficoltà nelle catene di approvvigionamento globali e della volatilità dei prezzi delle materie prime, nonché dei maggiori costi del credito“.