“Scuola, fra sigle, doppioni e complicazioni varie, sembra il gioco delle figurine”. Di Mariarita Bortolani

“Anche quest’anno scolastico, molto particolare, anomalo, faticoso – per tutti, docenti, studenti e famiglie, dirigenti, personale ata – termina come era iniziato e come sempre si concludono le attività didattiche …con una serie di acronimi!! La novità è che abbiamo anche dei doppioni!
Allora, si inizia a settembre – diversi sono già al lavoro anche alla fine di agosto – con la revisione del PTOF (piano triennale offerta formativa), poi ci si incontra per valutare situazioni particolari di alunni con Bes (bisogni educativi speciali), dsa, (disturbi specifici di apprendimento) e via che si procede, con la redazione di PEI (piani educativi individualizzati) e Pdp (Piani didattici personalizzati). 

Ovviamente senza dimenticare i PCTO ( percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento), ex ASL (alternanza scuola e lavoro) e le varie riforme che si susseguono come ad esempio quella relativa ai Professionali, che contempla, tra le altre cose, la redazione del PFI (progetto formativo individuale).

Da febbraio, poi, siamo impegnati – praticamente tutti – con la DAD (didattica a distanza), che ha rivelato aspetti interessanti, da tenere presente e da analizzare: exploit di alcuni alunni che in DIP (didattica in presenza) erano più timidi, più nascosti, qualche studente di difficile reperibilità nel radar scolastico” (soprattutto coloro che hanno fragilità particolari, per i quali la scuola rappresenta l’ opportunità, nel senso dell’ I CARE di Don Milani ), docenti con tante competenze digitali e altri più in difficoltà (“prof. deve attivare il microfono”, “prof. condivido io la presentazione”, “prof. non è arrivato l’invito per la video lezione”), studenti responsabili, puntuali, impegnati, famiglie collaborative, che hanno potuto constatare il lavoro sommerso dei docenti, la reperibilità quasi costante (saltano gli orari, i giorni liberi, le festività….): “prof. ha corretto le verifiche?” “prof. domani non sarò presente alla video lezione”, “scusi, gli esercizi sono a pag. 200 o 201?”, “ma come si viene promossi?”

E alla fine, districhiamoci tra Piano di apprendimento individualizzato (PAI) da non confondere con il PAI che già conoscevamo (Piano annuale per l’inclusione) ed il Piano di integrazione degli apprendimenti, cioè il PIA.

Questa situazione, impegnativa, ricorda un po’ il gioco delle figurine degli anni passati: ce l’ho, ce l’ho, mi manca! Tra colleghi ormai si parla così: hai fatto il PAI? E il PIA? Sì, no, mi manca.
Anche da questa difficile situazione una conferma: per essere insegnanti bisogna essere preparati, motivati, flessibili e disponibili ai cambiamenti e dotati di ottima memoria per ricordare sigle e relativo significato.

Mariarita Bortolani