Sanità reggiana, Sindacato SGB: “Subito assunzioni vere e stabilizzazioni del personale di ogni ruolo”

“La duratura e ingravescente carenza di personale di ogni ruolo del SSN, esacerbata dalla permanente emergenza sanitaria legata alla pandemia da SARS CoV 2, sta evidenziando che quando si tira una coperta troppo corta poi le azioni poste in essere per fronteggiare le delicate necessità organizzative nelle aziende sanitarie e ospedaliere possono decadere in soluzioni di facciata che non rispondono per nulla, o lo fanno solo parzialmente, alle reali necessità di garantire la continuità nell’erogazione dei LEA.
Infatti, gli albi pretori delle aziende del SSR dell’Emilia Romagna, tra cui anche l’AUSL di Reggio Emilia, abbondano di avvisi e bandi per reclutare personale con contratti a tempo determinato o, peggio, con contratti atipici attraverso i quali letteralmente si “affittano” professionisti e personale che vanno ad allargare la platea degli “eroi” a termine o vanno a sostituire altri “eroi” con contratti scaduti e non più prorogabili.

Se è vero che nel quinquennio 2016-2020 sono state fatte circa 23mila assunzioni in sanità nella sola regione Emilia Romagna, tra cui diverse stabilizzazioni, è altrettanto vero che, ad un anno dall’esplosione della pandemia, non si sono viste, in prospettiva, manovre risolutive volte realmente al superamento del precariato e della cronica carenza di personale in sanità.
Spesso si sono preferite scorciatoie, sdoganate in parte dal D.L. 18/2020, al limite della legittimità e comunque sindacalmente discutibili come il ricorso alle agenzie di somministrazione di personale e manodopera (interinali), l’applicazione di contratti flessibili co.co.co. (teoricamente vietati in base all’art.7 co. 5 bis del d.lgs. 165/2001), libero professionali con partita IVA, incarichi individuali con rapporti di lavoro autonomi (un abuso dell’art. 7 co. 6 d. lgs. 165/2001) o il conferimento di incarichi retribuiti a personale (per lo più medici) in pensione.

Sono tutti contratti di lavoro con tutele minime, con il paradosso (come nel caso dei rapporti co.co.co) di non portare alcuna garanzia in caso di malattia o infortunio COVID nonostante l’attività di lavoro sia espletata per un ente del SSN. Sono assunzioni solo fittizie e temporanee che alimentano il precariato e rappresentano una piccolissima pezza di fronte all’oceano di posti lasciati vuoti da anni di blocco assunzioni, mancato turnover e contratti a tempo determinato a termine dei 36 mesi. Sono rapporti di lavoro discriminatori, un abuso per cui la UE ha già avviato una procedura di infrazione e una costituzione di messa in mora contro l’Italia.
D’altra parte permane un quotidiano aumento dei carichi di lavoro, con lo straordinario ormai diventato ordinario e con personale allo stremo spostato come pedine tra reparti covid e non covid, dipartimenti, unità operative, ambulatori etc. per garantire cure, prestazioni e servizi.

Come SGB siamo fermamente convinti che occorre fare molto di più di fronte alle strutturali piaghe della carenza di personale e del precariato in sanità. Sono questioni che vengono da lontano, note ben prima della pandemia e deflagrate in tutta la loro drammaticità con l’evoluzione e la diffusione del COVID.
Non ci stancheremo mai di dire che la ricetta per il diritto alla salute di tutte e tutti e per una sanità pubblica efficiente e di qualità deve considerare come prioritaria e inderogabile una vasta campagna di assunzioni a tempo indeterminato (con lo scorrimento di tutte le graduatorie concorsuali vigenti), la stabilizzazione del personale precario di ogni ruolo sanitario, tecnico, professionale e amministrativo (prorogare i termini per i requisiti necessari alla stabilizzazione e includere tutte le precarie e i precari della sanità che da un anno stanno lavorano a ritmo serrato nell’emergenza COVID) nonché il potenziamento della medicina territoriale e dei posti letto, la riapertura di tutte le strutture e i servizi chiusi negli anni, il rispetto dei diritti e della dignità di quante e quanti lavorano per il SSN.

Sono proposte che abbiamo già avanzato nell’incontro avuto con il Capo di Gabinetto del Ministero della Salute del 10 dicembre scorso e che continueremo a portare avanti nelle nostre lotte al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità”.

Sindacato Generale di Base Reggio Emilia