“Riviva l’Europa”, sala gremita al Posta per il convegno del centro culturale Blaise Pascal, con Signorelli, Perillo e D’Abbiero

Era gremita la sala convegni dell’Hotel Posta venerdì sera per l’incontro organizzato dal centro culturale Blaise Pascal dal titolo “Riviva l’Europa”. Il dibattito, moderato dalla Dott.ssa Nunzia D’Abbiero, aveva come relatori Marcello Signorelli, docente di politica economica presso l’Università degli studi di Perugia, autore di diverse pubblicazioni, tra cui il provocatorio volume “E se l’Italia tornasse alla lira? Vantaggi costi e rischi”, e Davide Perillo, giornalista e scrittore, attualmente direttore della rivista Tracce.

“Quello che affrontiamo stasera è un tema complesso e il dialogo con i nostri ospiti vuole semplicemente introdurre e fornire qualche chiave di lettura -ha spiegato la D’Abbiero nell’introdurre il convegno-. Quando ci troviamo in situazione confusa, ingarbugliata, con molti fattori e attori in gioco, può bastare un solo punto di vista?”

Per comprendere al meglio il quesito della moderatrice che già faceva scaturire una riflessione nel pubblico sul cambiamento del punto di vista, è stato mandato in onda lo stralcio di un video:

Durante la serata sono stati toccati diversi temi, come quello del SOVRANISMO, “un argomento che suscita le tiforie: a favore o contro, per alcuni è il male assoluto per altri il bene imprescindibile. Eppure le Nazioni sono tali perché sovrane e quindi un livello di sovranità è assolutamente legittimo e utile per tutte le nazioni Europee perché la vera unità non è omologante ma valorizza le differenze, le diversità” ha detto la D’Abbiero.

Per Signorelli è importate capire come e perchè nasce l’avversione all’Euro o ai trattati di Maastricht che diventa la leva di un certo populismo nostrano, mentre per Perillo “l’Europa è sempre stato un continente con un crogiuolo di popoli e nazioni (a anche nazioni con più popoli ed etnie) ma il fatto che il collante pare non tenere più, facendo scaturire un sentimento di chiusura, rappresenta un controsenso in tempi di globalizzazione”.

Altro tema trattato, quello dei MIGRANTI. In questi ultimi anni stiamo assistendo ad un fenomeno migratorio, soprattutto dai paesi africani e medio orientali, imponente. All’inizio l’abbiamo guardato come opportunità, mentre ora fa paura anche perché la crisi, con la conseguente perdita di posti di lavoro, non ha favorito una vera integrazione dei migranti. Nel mezzo c’è tanta retorica.

“Le migrazioni sono avvenute in ogni epoca in contesti diversi, ma sempre con una unica motivazione: cercare una vita migliore, cercare la propria realizzazione, in una parola la felicità, a rischio della stessa vita”, ha detto Perillo. “Ora bisogna capire perchè ne abbiamo paura”.

“Le nostre economie hanno bisogno per ripartire di manodopera a basso costo?” ha chiesto Signorelli, “Qual è l’apporto che queste migrazioni possono dare allo sviluppo economico e alla crescita del bene comune incluso il welfare?”.

Quando al termine della serata si è parlato di SPERANZA, è stato citato un brano tratto dal romanzo di Houellebecq “Serotonina”: «Privo sia di desideri sia di motivi per vivere […], mantenevo la disperazione a un livello accettabile, si può vivere essendo disperati, in fondo la maggior parte delle persone vive così, magari ogni tanto si chiede se può lasciarsi andare a una ventata di speranza […] per poi rispondere negativamente. Tuttavia insistono, ed è uno spettacolo toccante».

Ognuno di noi al mattino riparte, ha qualcosa dentro che lo fa ripartire, questa insistenza “è uno spettacolo toccante”. “La vita economica di un paese è data proprio da questa “insistenza”, non ci mollano, ma è sufficiente?” ha evidenziato Signorelli. “E’ sufficiente accorgersi di questo “spettacolo toccante” per ripartire?”, il quesito aperto di Perillo.

La serata è stata caratterizzata più per offrire spunti di riflessione ai singoli, che per dispensare pillole di saggezza. I tre autorevoli relatori al tavolo -D’Abbiero. Signorelli e Perillo- hanno infatti trattato gli argomenti inducendo il pubblico ad una propria riflessione, trovando quindi le risposte dentro se stessi. Ovvio che gli strumenti offerti per tali riflessioni potevano essere già di per sé delle risposte. Tutto dipendeva dal punto di vista con cui si faceva tesoro di esse.

@nextstopreggio