“Renzi, un’ossessione per tutte le stagioni. Nel PD c’è chi rinnega il passato”. Le perplessità dei vertici reggiani di Italia Viva

Non è nostra intenzione intrometterci nelle vicende interne degli altri partiti ma le dichiarazioni di un candidato alla segreteria del PD ci paiono sorprendenti nel rinnegare il proprio recente passato e ci obbligano ad intervenire.
Il PD sta affrontando un congresso democratico e la presenza di un dibattito serio interno non può che farci piacere.
Ci sorprendono le dichiarazioni fantasiose da parte di chi era sempre in prima fila al suo fianco quando Matteo Renzi era segretario nazionale del Partito Democratico, soprattutto dopo lo straordinario risultato del 40,8% del 2018 (risultato raggiunto solo nel 1958 da Fanfani).

Quello che ci lascia perplessi sono le argomentazioni utilizzate per compiacere gli iscritti che democraticamente esprimeranno il loro voto per la scelta del segretario provinciale.
Definire l’esperienza del partito e dei governi a guida di Matteo Renzi come non attenta ai fragili, ai poveri e ai lavoratori, significa dimenticare la nascita di centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro, dimentica gli 80 euro in busta paga per 11 milioni di italiani, l’abolizione della tassa sulla prima casa, Imu e Tasi, le unioni civili, le norme per l’autosufficienza, la legge sul Dopo di Noi, la legge contro il caporalato, il bonus bebè, l’aumento delle pensioni minime, e tanto altro.

Dimentica o vuole fare dimenticare?
Possiamo aiutare rinfrescando la memoria
Chi credeva in un riformismo aperto, in un centrosinistra non solo sinistra, in una apertura alla società italiana non rinchiusa nel recinto massimalista non è più da tempo nel PD, ma sta lavorando per costruire una seria alternativa riformista ed europeista ai bipolarismi di sinistra e destra.

Non siamo noi quelli che inseguono il reddito di cittadinanza, non siamo noi quelli che vanno a braccetto con il populismo grillino, non siamo noi i nostalgici del Conte bis o i sognatori del Conte ter, quelli del “O con Conte o morte”, non siamo noi quelli che fingono di non avere una responsabilità specifica nell’affossamento del Ddl Zan.
Ma siamo noi che speriamo in una conclusione rapida dell’ossessione nei confronti di Matteo Renzi e in una coraggiosa (più o meno) scelta di non rinnegare il passato.

Maura Manghi, Francesco Magnani, Vania Toni