Reggiolo ha festeggiato l’Auditorium dedicato a Fellini e Masina

E’ stata una giornata simbolo della ricostruzione culturale del paese quella di oggi a Reggiolo. Con l’inaugurazione dell’Auditorium di Reggiolo dedicato a Federico Fellini e Giulietta Masina, organizzata nell’ambito delle celebrazioni per il centenario della nascita di Fellini, la cultura ha trovato uno spazio importante capace, con i suoi 200 posti, di accogliere convegni, incontri, spettacoli e proiezioni. L’appuntamento, presentato dall’assessore alla Cultura Franco Albinelli, si è aperto con una tavola rotonda, moderata dai giovani registi Giovanni Fava e Devis Ferrari, e dedicata al Maestro del cinema italiano e al suo legame con Reggiolo. Il ricordo di Fellini e della moglie Giulietta Masina, è stato ripercorso grazie agli interventi di studiosi come Franco Canova e Miro Gori e dello scrittore e sceneggiatore Ermanno Cavazzoni.

“La ricostruzione – ha esordito l’assessore alla Cultura Franco Albinelli – porta con sé anche rinnovamento, perché il passato non può essere ripristinato così come era. In questo senso l’Auditorium, nato dalla ricostruzione post sisma, diventa un nuovo simbolo identitario e, allo stesso tempo, rende omaggio a due artisti che hanno reso famosa l’Italia nel mondo, che hanno onorato Reggiolo con la loro sincera amicizia e profonda considerazione”. L’assessore ha ricordato quanto la permanenza di Fellini e della moglie Giulietta Masina a Reggiolo abbia rappresentato per il paese un evento eccezionale. I due rimasero “affascinati dalla nostra campagna, dall’architettura delle nostre corti storiche, colpiti dall’affabilità e accoglienza spontanea e semplice della nostra gente”.

Un ricordo vivo ed ancora ricco di emozioni confermato dalla testimonianza di Franco Canova che ebbe l’occasione discorrere con il Maestro dello scenario culturale dell’epoca. “Mi trovai con Fellini da solo all’hotel Nabila – ha ricordato – mentre Giulietta stava riposando. Era facile entrare in una comunicazione empatica e simpatica con Fellini. Parlai di cinema americano e di come si stava assistendo alla riscoperta della provincia americana”. Ed era proprio il tema della provincia ad ispirare il regista. La si trova nei suoi personaggi, ricomposta a pezzi nelle sue scenografie.

“Siamo passati lungo il Po – ha spiegato Ermanno Cavazzoni –, proprio dove era ambientato il mio libro ‘I Lunatici’. Fellini era ammirato dall’accoglienza che le persone gli riservavano. Con la sua sciarpa al collo e il cappello in testa tutti lo riconoscevano. Ci siamo fermati in diversi casolari dove le rezdore di turno ci volevano servire i cappelletti già alle 10.30 di mattina. Un’accoglienza popolare a cui non era possibile dire di no”.

La parola è poi passata a Miro Gori che ha voluto sottolineare come il cinema di Fellini sia nato e cresciuto in provincia, in Romagna, che poi tanto differente dall’Emilia non è. “In Romagna come in Emilia – ha sottolineato Gori – la figura del matto è centrale. E il cinema di Fellini è pieno di matti”. La scelta del diverso, del marginale, dello strano, dipendeva dall’eredità della sua terra dai ricordi dell’infanzia, dall’inclinazione alle forme dello spettacolo popolare e anche dal circo.

Giovanni Fava e Devis Ferrari hanno poi parlato del loro film documentario “Fellini built Reggiolo – Storia della ricostruzione di un paese da film” , proiettato con un doppio appuntamento in serata.
§”Sono stati necessari tre anni di lavoro per raccogliere tutto il materiale e le interviste – hanno spiegato i giovani registi – In un momento in cui Reggiolo stava affrontando la ricostruzione post-sisma, abbiamo voluto fare un parallelo con la costruzione felliniana del set cinematografico de La voce della luna”.

Prima dell’atteso taglio del nastro, l’intervento del sindaco Roberto Angeli ha descritto il valore della nascita dell’Auditorium a Reggiolo. “Nel bel mezzo del disastro del terremoto – ha ricordato – ci siamo chiesti cosa si potesse fare del Polo 32. E allora abbiamo immaginato una Reggiolo diversa, proprio come faceva Fellini. Noi l’abbiamo immaginata più bella e più sicura. Sono stati otto anni difficili, complicati, costellati anche da notti insonni, ma grazie ai cittadini, ai volontari, alla Regione Emilia-Romagna siamo arrivati a grandi risultati”. “La ricostruzione a Reggiolo – ha continuato Angeli – è stata anche culturale: non sono stati ricostruiti solo edifici, ma anche un’identità e questa opera è un esempio. La ricostruzione privata si è conclusa, ora sono attivi circa 70 cantieri e il prossimo passo sarà l’inaugurazione di Palazzo Sartoretti, un’opera da 8 milioni di euro circa”.

L’apertura dell’Auditorium di Reggiolo è anche una bella “iniezione di speranza”, come ha ben espresso l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi facendo riferimento al difficile momento della pandemia e al sisma del 2012. “L’Italia può fare le cose e può farle bene – ha detto – proprio come dimostra questa terra. Ricordo bene il sisma e come abbiamo mostrato capacità di resilienza, di rialzarci. La Regione Emilia-Romagna ha concesso complessivamente contributi per 6 miliardi di euro per far ripartire il sistema. È stato dato un grande esempio di laboriosità e impegno. La stessa capacità di resilienza dobbiamo mostrarla oggi con il Covid, evitando che i contagi aumentino”. Poi un invito a continuare su questa strada, a credere nella cultura, intesa anche come luogo d’incontro e crescita per la comunità. “Avete fatto bene: questa diventa la casa dell’umanità, quella straordinariamente raccontata da Fellini, quella che deve essere al centro della politica”.

Poi il taglio del nastro affidato dal sindaco Angeli al vicesindaco Franco Albinelli, che per anni ha creduto e lavorato con passione a questo grande progetto per Reggiolo.

All’interno dell’Auditorium sono esposti numerosi manifesti e due opere: la scultura “Pensatore” di Mario Pavesi donata dalla Fabio e Fabrizio Storchi, e il dipinto di Alfonso Borghi “La voce della luna”, donato dal pittore e Ivo Bernardelli.

L’opera di viale Marconi è stata realizzata grazie all’importante contributo del Conad Centro Nord, che ha destinato al Polo 32 ben 230mila euro per la messa in sicurezza della struttura.

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FELLINI E REGGIOLO: UNA STORIA D’AMICIZIA
Il legame tra Federico Fellini, la moglie Giulietta Masina e Reggiolo risale alla fine degli anni ’80. Nell’aprile 1988, l’amministrazione comunale realizzò una mostra dell’artista e caricaturista reggiolese Nino Za, grande amico del regista. Za invitò a inaugurare la mostra Fellini e la moglie Giulietta Masina. L’accoglienza ricevuta e la permanenza in paese per alcuni giorni diedero alla coppia modo di apprezzare la spontaneità dei reggiolesi, la bellezza della campagna e il patrimonio storico del territorio. Fellini fu a tal punto affascinato dal paese da trarne ispirazione per il suo ultimo film, “La voce della Luna”, libero adattamento del romanzo “Il poema dei lunatici” dello scrittore reggiano Ermanno Cavazzoni. Come si sa, Fellini girava solo in studio e non in esterni, ma nel film sono ben riconoscibili elementi architettonici ispirati da Reggiolo.

Federico Fellini tornò a più riprese a Reggiolo, stringendo rapporti di amicizia, specie con Agostino Paluan, per molti anni amatissimo sindaco e amministratore, e con Alfredo Migliorini che gli fece apprezzare le delizie della gastronomia locale. I fili che in qualche modo intrecciano la vita di Fellini con Reggiolo si arricchiscono anche di altri elementi: oltre a Nino Za, occorre ricordare che reggiolese era il compositore Giovanni Rinaldi, nonno di Nino Rota, autore principe delle musiche dei film di Fellini. Reggiolese è pure Maurizio Millenotti, vincitore di due David di Donatello nel 1999 e 2013 e nominato all’Oscar in due occasioni, che ha realizzato i costumi de “La voce della Luna” e di innumerevoli importanti opere cinematografiche e teatrali.

Nel 1994, dopo la morte del regista (1993), Reggiolo celebrò la sua figura con una mostra di disegni, manifesti e locandine “Federico Fellini: un sogno di primavera”. Nel 2020 una nuova occasione per ricordare Federico Fellini e la moglie Giulietta Masina è offerta dalla conclusione di un importante intervento della ricostruzione post sisma. Una parte dell’ex Centro 32, che non è stato possibile recuperare, è stata abbattuta e al suo posto è sorto un modernissimo auditorium intitolato a Federico Fellini e Giulietta Masina.