Prima volta del Prefetto in un centro Islamico: la visita a Castelnovo Sotto

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«Siamo italiani di fede musulmana»: questa la premessa con cui i ragazzi del centro culturale islamico di Castelnovo di sotto hanno accolto il prefetto, Iolanda Rolli, che ieri pomeriggio, per la prima volta nella storia della provincia reggiana, ha visitato un luogo di culto islamico.

Dopo aver assistito alla preghiera collettiva della comunità islamica, è stata introdotta dalla giovane referente del centro culturale Asmaa Tassa, dal presidente del centro, Hassan Tassa, e dall’imam, Agostino Gentile.

«Sono qui – ha esordito il prefetto – non solo per mostrare abbattere le distanze tra istituzioni e luoghi di culto, ma anche per conoscere e comprendere le vostre esigenze, e, di conseguenza, per poter svolgere al meglio, anche nei confronti dei cittadini di origine straniera, la mia funzione sul territorio. In una società complessa come quella contemporanea, d’altronde, è fondamentale aprirsi al dialogo, confrontarsi sui problemi comuni, anche partendo da punti di vista differenti, riconoscendo la diversità e sforzandosi di mettersi nei panni dell’altro: solo così possiamo rendere questa provincia, già particolarmente accogliente, un vero e proprio modello di integrazione per tutto il paese».

Dello stesso tenore il saluto del sindaco di Castelnovo di sotto, Francesco Monica, che ha messo in luce come i giovani del centro siano particolarmente coinvolti nelle attività socio-culturali del comune. «Soprattutto i giovani – ha evidenziato – si soffermano più sui punti di contatto che sulle differenze: questo ha permesso loro di essere protagonisti non solo di questo centro, dove condividono la fede e la preghiera, ma di molte altre realtà associative del territorio».

Presente anche Roberta Mori, ex sindaco di Castelnovo di sotto e attualmente consigliere regionale: «sono particolarmente orgogliosa – ha detto – di vedere come la scelta politica intrapresa diversi anni fa, di andare verso l’inclusione delle comunità straniere, stia dando frutti estremamente positivi, in termini di partecipazione, di voglia di essere riconosciuti ed ascoltati dalle istituzioni e di protagonismo femminile».

In rappresentanza del comune di Reggio Emilia sono intervenuti Marwa Mahmoud, consigliere comunale, e Mario Ivan Cipressi, direttore del centro interculturale Mondinsieme, a testimonianza di come quella della coesione sociale sia una delle sfide prioritarie anche del capoluogo. L’evento, d’altronde, è stato organizzato nell’ambito del progetto FAMI “Strategie interculturali per costruire coesione sociale”, promosso dalla prefettura in partenariato con UNIMORE, la fondazione E-35 e il centro interculturale Mondinsieme.

Dopo i saluti istituzionali si è tenuto un vero e proprio momento di confronto e di dialogo tra il prefetto e circa cinquanta giovani praticanti, di età compresa tra i 14 e i 28 anni, provenienti dalle comunità islamiche non solo del territorio reggiano ma anche delle province limitrofe. Tanti i temi toccati: dalla necessità di appositi spazi cimiteriali alla realizzazione di spazi ricreativi, passando per le iniziative per abbattere le barriere culturali e le riflessioni sul concetto di cittadinanza attiva.

Il prefetto, entusiasta nel vedere come i giovani musulmani abbiano colto l’occasione di confrontarsi da vicino con le istituzioni, non si è sottratta al confronto e, anzi, ha rilanciato, invitando i giovani a rappresentare le proprie esigenze anche in altre sedi, specie nel tavolo per il dialogo interreligioso istituito a febbraio in prefettura.

«La prefettura – ha concluso – è a disposizione per conoscere, per costruire ponti e, di conseguenza, per valorizzare il grande potenziale di cui sono portatori i giovani con background migratorio».