Si svolgerà a Reggio Emilia a fine luglio, dal 24 al 30, la settima edizione dei Giochi internazionali del Tricolore, la prima ad essere organizzata dopo la pandemia e a poter riportare a Reggio atleti provenienti da tutto il mondo. Quest’estate la città emiliana ospiterà quindi nuovamente, per una settimana, una grande festa internazionale, fatta non solo di gare, competizioni e dimostrazioni sportive, ma anche di iniziative, spettacoli, eventi di carattere culturale ed educativo, organizzati per sottolineare l’importanza dello sport come momento di crescita, aggregazione e confronto tra persone e culture. Un’occasione per valorizzare la nostra città a livello internazionale, far conoscere la sua cultura, le sue tradizioni e valori e il suo essere Città delle persone.
Difatti ‘Sports can change people. People can change the world’ (Lo sport può cambiare le persone, le persone possono cambiare il mondo) è lo slogan scelto per la settimana edizione che vuole ribadire i diversi valori che caratterizzano il mondo sportivo e che diventano elementi essenziali per l’educazione dei ragazzi: il gioco all’insegna del rispetto, il confronto attraverso regole condivise, la collaborazione e l’inclusione.
Non a caso, il logo scelto per questa settima edizione – una sfera multicolore che rappresenta il mondo e la valenza internazionale della manifestazione – è composto da innumerevoli segmenti colorati, alcuni più lunghi, altri più corti, che simboleggiano le diversità, le differenti culture, le storie che si incontreranno e si confronteranno nella settimana dei giochi. I colori sono quelli degli anelli olimpici che rappresentano i singoli continenti e insieme compongono il mondo.
HANNO DETTO – “Ancora una volta Reggio Emilia si apre al mondo e, con la settima edizione dei Giochi internazionali del Tricolore, lo fa attraverso lo sport che, come spesso accade, diventa veicolo di molto altro: incontro fra persone, esperienze e culture diverse in un contesto di fratellanza”, ha detto il sindaco Luca Vecchi presentando ai media l’evento e il logo che logo che lo contraddistingue.
“Queste persone, ad oggi un migliaio, tra i 14 e i 16 anni, provenienti da 20 Paesi a cui si aggiungeranno i giovani atleti italiani e reggiani in particolare, sono portatori sia delle rispettive diversità sia della volontà di incontro, conoscenza e amicizia – ha proseguito il sindaco – Ecco perché i Giochi del Tricolore portano un messaggio di pace, attraverso lo sport e questo è particolarmente significativo in un tempo in cui la guerra è ritornata anche in Europa. Questi concetti credo siano spiegati molto bene nel logo di questa settima edizione, realizzato dai professionisti della comunicazione interni al Comune, con la presenza di fasce colorate che si intersecano, abbracciano il mondo, evocando la tradizione olimpica e i colori della pace. Dice molto anche lo slogan: lo sport può cambiare le persone, le persone possono cambiare il mondo. Tutti vogliamo che questo accada nel segno della pace.
“Nel corso dei miei due mandati – ha concluso il sindaco – i Giochi internazionali del Tricolore si tengono per la terza volta e questa edizione si può avvalere sia di un Comitato promotore arricchito da nuove figure anche istituzionali che hanno scelto di partecipare, sia di volontari che anche in questa occasione contribuiscono in maniera fondamentale alla riuscita dell’evento. Desidero ringraziare tutti, ricordando anche in questa occasione chi intuì l’importanza dei Giochi e se ne fece promotore fin dalla prima edizione, Anzio Arati, a cui vanno il nostro pensiero e la nostra gratitudine”.
“Questo grande evento di sport e socialità mette a sistema e rappresenta le politiche pubbliche che la nostra città ha dedicato ai settori sportivo, multiculurale e giovanile, ma anche culturale perché saranno giorni di intrattenimento e di eventi diffusi – ha detto l’assessora a Educazione e Sport Raffaella Curioni – I Giochi conferiscono allo sport anche un ruolo di promozione del nostro territorio perché sono una grande opportunità di presentarci al mondo e di far conoscere le nostre eccellenze. La manifestazione offrirà in ogni occasione ai concittadini reggiani di conoscere altre culture, presenti in città grazie alle relazioni internazionali coltivate negli anni dalla nostra città con il supporto della Fondazione E35″.
“Questi giochi sono frutto di un percorso fatto di coraggio e coerenza – ha sottolineato Mauro Rozzi, presidente di Fondazione per lo Sport – Il coraggio di rilanciare una manifestazione nata 25 anni fa che deve adeguarsi alle nuove percezioni e sensibilità degli adolescenti, la coerenza di portare avanti i valori in cui crediamo. Avremo tanto sport. Ma anche momenti di riflessione e dibattito con i ragazzi su temi specifici e attuali, quali la sostenibilità ambientale, che per altro connota i Giochi sotto vari aspetti, e i processi d’integrazione e inclusione tra le persone e le culture.
“Quest’anno – ha concluso il presidente – oltre al premio Fair play intitolato ad Anzio Arati, sarà istituito anche un premio per ricordare William Reverberi, compianto presidente regionale del Coni, scomparso di recente e a sua volta animatore dei nostri Giochi”.
“Il Globo nel logo di questa manifestazione – ha detto fra l’altro Paolo Manelli, coordinatore dei Giochi internazionali del Tricolore – è un messaggio di pace che Reggio Emilia vuole mandare al mondo. E lo fa mettendo in piedi un’iniziativa complessa, molto articolata, grazie a risorse professionali di alto livello presenti nelle nostre organizzazioni e nella città. Nel segno della pace e del dialogo, stiamo cercando di portare alla partecipazione dei Giochi anche il Club di Pallamano di Zaporizhia, città dell’Ucraina al centro del conflitto in corso”.
Alla conferenza sono intervenute, per un messaggio di saluto, anche Isabella Morlini dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, Elena Carletti vicepresidente della Provincia e Barbara Foroni del Coni Reggio Emilia, in rappresentanza delle rispettive istituzioni coinvolte nella promozione dei Giochi internazionali del Tricolore.
ALCUNI NUMERI – Per i giochi sono a oggi attesi in città più di 1.000 atleti dai 14 ai 16 anni provenienti da oltre 20 Paesi, ai quali si aggiungeranno gli atleti locali e nazionali. Tra le delegazioni previste, molte delle quali extraeuropee, è attesa anche, se le condizioni continueranno a consentirlo, una squadra ucraina di pallamano.
Gli atleti si confronteranno su oltre 40 discipline sportive, che verranno decise e confermate in collaborazione con le relative Federazioni in base alle richieste di partecipazione. Le competizioni saranno suddivide in gare ufficiali, dimostrazioni sportive e ‘circuito off’ dedicato a pratiche meno canoniche, come ad esempio il torneo di ruzzola. Prevista la realizzazione anche di discipline para-olimpiche.
Come già nelle edizioni precedenti, ci sarà la possibilità sia di assistere alle gare e alle dimostrazioni, ma anche di provare direttamente a cimentarsi in alcuni giochi olimpici.
Obiettivo è infatti coinvolgere il più possibile la città in questa grande festa, nata nel 1997 in occasione del bicentenario della nascita del Primo Tricolore, sia attraverso l’organizzazione di spettacoli e dimostrazioni, sia attraverso il reclutamento di volontari e partner del progetto. A riguardo, a breve verrà lanciato un bando per la ricerca di contributi tecnici ed economici da parte dei soggetti territoriali pubblici e privati interessati a sostenere la manifestazione.
I Giochi del Tricolore sono organizzati dal Comune di Reggio Emilia in collaborazione con la Fondazione per lo Sport e il Coni regionale e attraverso il supporto di un Comitato promotore composto dagli attori del territorio: oltre al Comune di Reggio, Regione Emilia-Romagna, Provincia di Reggio Emilia, Coni regionale, Camera di commercio, Fondazione per lo Sport del Comune di Reggio Emilia, Università degli studi di Modena e Reggio.
I LUOGHI – Il villaggio olimpico verrà allestito in città presso il polo scolastico di via Makallè. Questo luogo rivestirà un ruolo importante durante lo svolgimento dell’evento: garantirà supporto tecnico e logistico a tutte le delegazioni, ospitando riunioni di coordinamento con lo staff del progetto e rappresentanti delle delegazioni sportive. Sarà dotato di spazi informativi con aggiornamenti sulle competizioni e informazioni generali sulla città e il suo territorio. Darà l’opportunità a tutte le delegazioni di condividere momenti importanti anche al di là delle gare, in un’ottica di dialogo interculturale e di solidarietà.
La posizione centrale garantirà un facile accesso alle principali strutture sportive (e attrattive) della città, permettendo agli atleti di esplorare Reggio, entrare in contatto con i suoi cittadini trasmettendo anche a loro lo spirito olimpico.
Gli eventi sportivi più importanti avranno luogo nelle strutture sportive pubbliche della città. Eventi collaterali e attività sportive secondarie saranno invece organizzati nel campus delle scuole locali così da sfruttare le strutture scolastiche per ulteriori attività indoor e outdoor. Verranno allestiti dei campi e altre strutture per permettere lo svolgimento di alcune delle discipline sportive nelle piazze e in alcune zone critiche della città per sottolineare come lo sport possa essere anche motore per la riqualificazione e la rigenerazione urbana.
Le attività sportive verranno realizzate laddove sarà possibile anche fuori dal Comune di Reggio Emilia, per agevolare l’organizzazione con l’utilizzo di strutture già esistenti.
LE DELEGAZIONI – A oggi sono 21 gli stati (Italia compresa) che hanno confermato la loro partecipazione ai Giochi del Tricolore, con oltre 1000 persone (in prevalenza atleti) provenienti da 30 città, molte delle quali legate a Reggio da patti di amicizia o gemellaggio. Nelle prossime settimane si aggiungeranno le delegazioni che hanno analoghi rapporti di amicizia e scambio con i Comuni della provincia.
A fine luglio saranno quindi a Reggio squadre provenienti da: Algeria (Tebessa), Belgio (Roeselare), Bosnia-Erzegovina (Sarajevo Centar), Cina (Rizhao), Croazia (Zadar), Francia (Digione), Georgia (Kakheti e Tbilisi), Germania (Sindelfingen, Solingen e Treptow Köpenick), Kenya (Nairobi), Mozambico (Pemba), Moldova (Chişinău), Palestina (Beit Jala), Repubblica Ceca (Olomouc e Nový Jičín),România (Cluj Napoca), Saharawi (Smara), Spagna (Girona), Sudafrica (Provincia del Gauteng – città di Johannesburg, Ekurhuleni, Pretoria, Sedibend e West Rand), Tunisia (El Battan e Siliana), Stati Uniti (Fort Worth), Ucraina.