Pillole di dialetto reggiano, preziosa cultura del nostro territorio, regalate da Savino Rabotti

Savino Rabotti, pensionato di raffinata cultura che vive nel nostro Appennino, ha avuto un’idea brillante e allo stesso tempo preziosa per il nostro territorio, ovvero quella di proporre la lettura di alcuni testi (poesie, racconti, detti…) in dialetto reggiano. “Temo di essere uno degli ultimi a parlarlo come i nostri nonni -spiega Rabotti, nell’illustrare l’iniziativa circoscrivendola al dialetto dei borghi della vallata del Tassobio-, quindi mi piacerebbe lasciare una traccia per chi viene dopo. Un mio piccolo contributo alla conservazione del dialetto reggiano”.
Savino Rabotti tiene vere e proprie mini-lezioni sulla propria pagina facebook, traducendo termini e significati delle parole in dialetto.

NextStopReggio ha colto subito con piacere l’invito a non perdere la cultura del nostro dialetto attraverso la pubblicazione di “pillole” periodiche scelte da Rabotti per i lettori.

Il racconto di oggi si riferisce alla fine della Seconda Guerra mondiale. Terminata la seconda Guerra mondiale, molte parrocchie si organizzarono per compiere un pellegrinaggio di ringraziamento a un santuario. “Nel racconto immagino che anche la mia parrocchia si rechi in Ghiara”, spiega Rabotti. “Con la gente di montagna, che mai si era mossa dal proprio borgo, le sensazioni sono quelle di meraviglia e stupore”.

Non rimane che attivare l’audio e ascoltare la piacevole lettura di Rabotti nel video qui sotto dov’è possibile leggere anche il testo del racconto in dialetto reggiano.

Marina Bortolani