Piazza di comunità, al via il Laboratorio urbano ‘Da spazi a luoghi’ che coinvolge i cittadini

Non semplicemente ‘spazi’, ma veri e propri luoghi della comunità, punti di riferimento della vita dei quartieri. Luoghi di incontro, ma anche di servizi e progettualità condivise. E’ questo l’identikit del Collaboratorio di quartiere, ‘piazza di comunità’, che il Comune di Reggio Emilia intende costruire attorno a quelli che sono già oggi alcuni dei principali punti aggregativi e di scambio sociale all’interno dei quartieri cittadini: centri sociali, circoli, parrocchie.

Luoghi già di per sé significativi e che grazie all’esperienza degli Accordi di cittadinanza hanno sviluppato progetti e attività per le comunità, sapendo coniugare tradizione e innovazione.

Da qui l’idea che possano potenziare ulteriormente queste vocazioni e diventare punti di riferimento multiservizi in grado di fornire risposte di vicinato: dalla connessione internet al portierato di comunità, dalla cura e manutenzione del verde alla socialità per bambini e anziani.

SI INIZIA COL MANIFESTARE INTERESSE – Nell’ambito del percorso di Collaborazione civica, l’Amministrazione comunale lancia una Manifestazione di interesse per individuare sul territorio soggetti – singoli, gruppi o associazioni – che vogliano confrontarsi su iniziative e progetti già esistenti presso questi luoghi e che andranno validati e ulteriormente rinforzati, o con nuove idee progettuali e risorse di volontariato. Logica e metodo sono quelli di un Laboratorio. Gli interessati possono iscriver online all’indirizzo www.comune.re.it/siamoqua per partecipare alla Manifestazione di interesse che scadrà il 31 ottobre.

Possono iscriversi sia persone, gruppi o associazioni che intendono portare avanti uno o più dei 31 progetti già individuati e definiti insieme ai quartieri nei mesi scorsi, sia coloro che intendono presentare e sviluppare iniziative nuove (purché coerenti e integrabili con i 31 progetti).

Le linee di lavoro sui progetti sono sei e riguardano i bisogni di cura delle persone, le infrastrutture digitali, l’agricoltura sociale, l’integrazione e la socialità, la mobilità sostenibile e la rigenerazione dal basso quale cura sociale e delle cose. 

Nella lista degli oltre 30 progetti, selezionati perché particolarmente innovativi per il benessere delle comunità e dei quartieri, vi sono ad esempio la Piattaforma via Wybicki, il progetto Parco stellare di Belvedere, il Parco commestibile di Fogliano, i ‘Bimbinrete’ di Marmirolo, il Progetto energetico di Coviolo.

Le proposte che perverranno attraverso la Manifestazione di interesse verranno poi analizzate, valutate e orientate alle finalità progettuali. Per sostenerli, in un piano di sviluppo che si protrarrà fino a settembre 2020, il Comune mette a disposizione 90mila euro.

DOVE E QUANDO – Per presentare alla città il nuovo percorso di Laboratorio urbano e la Manifestazione di interesse, si svolgeranno quattro incontri in quattro ‘quadranti’ della città. Gli incontri si terranno, sempre alle ore 18, mercoledì 9 ottobre al centro sociale Arci di Pieve; martedì 15 ottobre al centro sociale Buco Magico; martedì 22 ottobre al centro sociale Pigal; mercoledì 23 ottobre al centro sociale Venezia. 

COME UN GRANDE LABORATORIO – Si tratta di una tappa di un percorso di partecipazione cittadino, appunto un vero e proprio Laboratorio urbano, che proseguirà fino ai primi mesi del 2020, con attività di analisi e validazione della situazione attuale e co-design dei nuovi servizi, per arrivare alla progettazione del Collaboratorio di quartiere.

E LA PARTECIPAZIONE NEI QUARTIERI CONTINUA… – In parallelo a questo percorso, a gennaio verrà lanciata la nuova stagione di Qua_Quartiere bene comune, caratterizzata da momenti di dialogo e confronto e poi di individuazione di soluzioni collaborative, basate sul protagonismo civico di cittadini e associazioni, scuole e parrocchie, enti e attività commerciali e produttive.

La novità di questa stagione è arrivare all’elaborazione di Piani strategici di quartiere, in cui, accanto ai progetti di cura della città e della comunità più minuti, possano essere iscritti anche i grandi progetti trasformativi delle realtà territoriali. L’obiettivo è fare in modo che tutta la città, anche nella dimensione di quartiere, possa partecipare alla stesura dei diversi programmi per uno sviluppo sostenibile e collaborativo del territorio e della comunità.
Questa nuova stagione è da leggere anche in continuità con l’esperienza realizzata nei quartieri tra il 2015 e il 2019: il nuovo piano dei quartieri e gli Accordi di cittadinanza che ne scaturiranno saranno la naturale evoluzione del lungo percorso di lavoro svolto negli scorsi anni in città, zona per zona, e che ha portato alla sottoscrizione di 27 Accordi di cittadinanza tra il Comune e cittadini o gruppi di interesse e alla realizzazione di oltre 163 progetti a beneficio delle comunità locali.

“E’ una scommessa forte, di mandato, sull’innovazione sociale, che si basa sul lavoro di Quartiere bene comune compiuto negli scorsi anni e lo evolve alla scala cittadina. Cura della città e cura della comunità, assieme a un’idea diffusa di partecipazione, sono valori e finalità di fondo, ma ora andiamo oltre sperimentando una formula nova e sempre più organizzata, sistematica, del rapporto tra cittadini e istituzioni, in cui il dialogo, l’osmosi potremmo dire, rende particolarmente vicini e collaborativi amministratori e amministrati, affrontando proposte e progetti anche strategici alla scala di quartiere e non solo”, ha commentato il sindaco Luca Vecchi, presentando stamani il nuovo progetto, insieme con Valeria Montanari, assessore a Città collaborativa, Cura dei quartieri e Trasformazione digitale, e Nicoletta Levi, dirigente del Servizio Comunicazione e delle Politiche per il protagonismo responsabile e la Città intelligente.

“Con il Collaboratorio di quartiere adottiamo una dinamica multiservizi di matrice europea. Determinanti saranno gli spazi di dialogo, proposta e progettazione, che divengono luoghi definiti, con un nuovo senso, riferimento per le comunità – ha spiegato Valeria Montanari, assessore a Città collaborativa, Cura dei quartieri e Trasformazione digitale – Vogliamo fare di questi spazi dei luoghi, al pari di piazze-riferimento della comunità. Per la loro storia e presenza fisica capillare, i 28 Centri sociali della città sono ideali per questo percorso, al pari di luoghi pubblici ‘ibridi’, come Binario 49 in via Turri, in cui già le persone si incontrano e avviano scambi di aiuto, di cultura, di intrattenimento.

b.f.