Pedofilia, “Il pakistano va espulso dall’Italia, è pericoloso”. Soddisfatta la Caramella Buona per la richiesta della Procura Generale

Continua a far discutere il noto caso di Akhtar Nabeel, il pakistano condannato in appello per violenza sessuale a danno di un bambino disabile connazionale, residente nel reggiano.

La Procura Generale della Repubblica presso la Corte di appello di Bologna, a firma della dottoressa Luciana Cicerchia, Sostituto procuratore generale, ha proposto il ricorso in Cassazione a Roma per fare “annullare la sentenza del 7 dicembre scorso, nella parte in cui non ha disposto la misura di sicurezza dell’espulsione, a pena espiata, di Akhtar Nabeel…”.

Roberto Mirabile

“Ritengo importante questa richiesta della procura generale – dichiara Roberto Mirabile, presidente della Caramella Buona, l’associazione che ha difeso il bambino – perché anche noi, come il pubblico ministero Maria Rita Pantani, riteniamo che questo pedofilo non debba rimanere in Italia, una volta che uscirà dal carcere. Cosa che avverrà troppo presto, a mio giudizio”.

La famiglia del bambino si unisce alle parole di Mirabile, sostenendo che anche la comunità pakistana non gradirebbe vedere il connazionale girare libero di nuovo per Reggio Emilia.

Lo Stato italiano aveva respinto la richiesta di protezione sussidiaria presentata dal cittadino extracomunitario e nel testo dell’atto redatto dalla Procura generale, si legge infatti testualmente che “Nabeel è soggetto nei confronti del quale può senza meno formularsi un giudizio di pericolosità sociale, come reso più che evidente dal fatto di reato dallo stesso perpretato… una condotta dell’imputato volta sin dall’inizio ad appartarsi con il ragazzino a scopi sessuali, scientemente attuata grazie prima all’adescamento ed alla maliziosa induzione, e poi alla supremazia di fatto consentita dalla vulnerabilità relazione e dallo status di inferiorità psicofisica del bambino”.

nsr
(Foto d’archivio)