“Orfeo ed Euridice l’Arte e il Mito”, uno spettacolo dal grande cuore per la ricerca contro il tumore al seno. Intervista a Francesco Lenzini

L’iniziativa “Una bambola dal grande cuore” nasce nel 2020 per supportare la Ricerca contro il tumore al seno del nostro Ospedale. A promuovere questo progetto di solidarietà sono state diverse associazioni del territorio vicine al CORE come Aibat (Associazione Italiana Basedowniani e Tiroidei), Ammi (Associazione Mogli Medici Italiani), Andos (Associazione Nazionale Donne Operate al Seno), Il Giorno Dopo, Senonaltro e Vittorio Lodini per la Ricerca in Chirurgia. Durante lo scorso mese sono state numerose le attività proposte in città, che culmineranno nel prossimo weekend del 15, 16 e 17 ottobre. In particolare, il 16 e il 17 sarà possibile adottare una bambola in piazza Prampolini per sostenere il progetto e la ricerca, mentre venerdì 15 sarà possibile assistere allo spettacolo di beneficenza Orfeo ed Euridice al teatro Ariosto.

Nextstopreggio ha intervistato Francesco Lenzini, autore del testo e narratore dello spettacolo che andrà in scena venerdì 15.

Partiamo dall’idea, come nasce questa collaborazione?
Alcuni mesi fa sono stato contattato da alcuni volontari dell’associazione Senonaltro per prendere parte ad alcune delle iniziative benefiche in programma nell’ambito del progetto “Una bambola dal grande cuore”. Al contempo questa stessa disponibilità è stata chiesta anche alla regista Ilaria Carmeli e alla sua Compagnia del Teatro del Cigno, con la quale esistevano pregressi di collaborazione.
Su invito dei volontari ed in particolare di Roberto Piccinini e Ginny Corradini siamo stati chiamati a immaginare una collaborazione artistica per organizzare, in favore della causa, una grande serata di beneficenza. Con l’andare dei mesi grazie all’impegno delle Associazioni si è andato a definire un calendario molto ricco di iniziative; tra queste lo spettacolo di beneficenza “Orfeo ed Euridice l’Arte e il Mito” al Teatro Ariosto, che tutti gli artisti coinvolti, oltre al sottoscritto, metteranno in scena gratuitamente. 

Da una parte un Mito, nato secoli fa, che parla di un amore illimitato, dall’altra una ricerca scientifica, sempre più all’avanguardia, per combattere una terribile malattia. Perché è stato scelto il Mito di Orfeo ed Euridice?
Inizialmente ci erano stati suggeriti altri temi, ma Ilaria ed io abbiamo deciso di puntare su questo Mito che riunisce i temi del dolore e della speranza, della lotta contro un destino avverso e dell’amore in una costruzione poetica e dal forte impatto emotivo. Una metafora dell’esistenza umana che, pur non risparmiandoci le sofferenze della tragedia, ci mostra la capacità dell’uomo di lottare e compiere l’impossibile.
È una vicenda molto amata e meno conosciuta di quanto non si possa credere; oltretutto si presta molto bene a fondere insieme i differenti linguaggi espressivi che si alterneranno sul palco. Alle mie parole e ai dipinti di grandi artisti si abbineranno, infatti, interventi recitati degli attori della Compagnia del Teatro del Cigno e quelli delle danzatrici di Eidos Danza. Ci saranno anche le note dal vivo dell’arpa di Agatha Bocedi.

Oltre ad essere uno storyteller, lei è anche un architetto e docente universitario, quindi conosce bene l’importanza del significato che, al di là della bellezza estetica, un’opera d’arte porta con sé. Si può dire che venerdì gli spettatori percepiranno questa doppia valenza dell’arte?
Le opere d’arte veicolano messaggi a differenti livelli e se da un lato solleticano i nostri sensi dall’altra ci impongono riflessioni e pensieri. Non è un caso che questa vicenda abbia ispirato tanti artisti. Molti letterati hanno rivisitato questo tema da Ovidio a Virgilio da Rilke a Pavese.
In questo spettacolo le loro riflessioni e i loro punti di vista sui personaggi emergeranno nella narrazione accompagnati dai dipinti di alcuni grandi pittori. Questo spettacolo è stato immaginato dalla regista Ilaria Carmeli e dal sottoscritto come una vera e propria sinestesia delle arti, che, come accennavo, prevede anche gli interventi danzati e di musica dal vivo. Speriamo davvero che il pubblico possa apprezzare questa nostra versione inedita. 

Infine una domanda personale, quale significato ha per lei, nato e cresciuto a Reggio Emilia, mettere in scena un tema così delicato in un teatro come l’Ariosto?
Calcare un palcoscenico prestigioso come quello dell’Ariosto è per me un sogno che si avvera. Un Teatro nel quale sono stato molte volte per vedere esibizioni di artisti straordinari. Sono molto eccitato e al contempo un po’ in soggezione rispetto a questa responsabilità.
Allo stesso tempo sono fiducioso di poter offrire al pubblico, riunitosi per questa causa benefica, uno spettacolo denso di significato, impreziosito dalla presenza di attori veramente molto bravi e da una regia sensibile e attenta.
A questo punto spero che Reggio Emilia – che in tantissime occasioni si è dimostrata e si dimostra una città partecipe e attiva dei problemi della comunità – risponda a questa chiamata “dal grande cuore” in favore della Ricerca oncologica del nostro Ospedale e ci aiuti a realizzare una grande serata di beneficenza. Il Comune ha già risposto dando il suo patrocinio così come lo sponsor Studio Legale Lenzini Iotti Fontana, adesso tocca ai reggiani che invito nuovamente e ringrazio fin d’ora. 

Mattia Capotorto