Oggi è San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. “Il mio giornalismo”, di Marina Bortolani

San Francesco di Sales

Francesco di Sales nacque il 21 agosto 1567 nel castello di Sales presso Thorens. Figlio primogenito del nobile francese di Boisy, il padre aveva deciso per lui una carriera giuridica. Si laureò infatti in Giurisprudenza, per poi diventare avvocato del Senato di Chambéry, ma la vocazione, emersa durante gli studi accademici, era talmente forte che nel 1593 decise di diventare sacerdote deludendo profondamente il padre.
Non soddisfatto dei frutti ottenuti dal pulpito durante le omelie, iniziò a pubblicare fogli volanti detti “manifesti”, che lo stesso faceva scivolare sotto gli usci delle case o affiggeva ai muri, raggiungendo anche i fedeli più lontani, meritandosi per questa originale attività “pubblicitaria” il titolo di “Santo patrono dei giornalisti” e di quanti diffondono il cristianesimo servendosi dei mezzi di comunicazione sociale.
Morto a Lione nel 1622, fu proclamato Santo nel 1665 da Papa Alessandro VII.

Sono particolarmente affezionata a San Francesco di Sales, un innovatore, considerando i tempi del 1600, con due vocazioni: quella sacerdotale e quella giornalistica. Penso infatti che chi è spinto dal desiderio di informare-formare i cittadini, scrivendo verità, ispirato dal desiderio di svolgere una funzione sociale rivolta al bene comune, cercando di raggiungere il maggior numero di persone, abbia dentro di sé una sorta di vocazione.

E’ capitato così a me anni fa, proprio mentre iniziavo la professione da avvocato. Ma lo percepisco chiaramente anche in tanti giornalisti che conosco e che leggo con piacere, con diversi dei quali è nato uno splendido rapporto di amicizia: alla base dei periodici confronti c’è sempre la voglia di scrivere verità cercando di dare il meglio di noi stessi, per informare, per fare conoscere ai lettori-cittadini la realtà dei fatti, siano essi di cronaca, politici, amministrativi o di costume.

Quando apprendo qualcosa che mi tocca particolarmente il cuore e mi arricchisce, vorrei subito condividere quel fatto con chiunque, senza tenermelo tutto per me come se fosse una singolare forma di egoismo. Ecco allora che inizio a scrivere o intervistare entrando nelle case della gente e nel cuore delle persone.
E’ bello, bellissimo, affascinante. A volte è come entrare in un’altra dimensione…

Come in tutte le cose, non è sempre rose e fiori. Ci sono stati periodi in cui ho subito minacce sgradevoli da persone impegnate in politica, da destra a sinistra, infastiditi da miei articoli in cui semplicemente riportavo verità scomode per i diretti interessati. C’è stato inoltre chi ha interrotto qualsiasi collaborazione perché mi rifiutavo di pubblicare comunicati che sapevo essere falsi. E c’è stato anche chi mi giurò che non avrebbe mai fatto pubblicità nella testata da me diretta solo perché avevo pubblicato un’inchiesta molto simile nei contenuti a un’indagine avvenuta anni dopo, nella quale quella persona era imputata. Altri non me lo dissero così esplicitamente, ma lo fecero nei fatti.

Amen, la vita è fatta di scelte, e io ho scelto fin dall’inizio di essere “a -partitica”, ovvero non organica ad alcun sistema, e penso di averlo dimostrato in 20 anni di giornalismo.

Che sia chiaro, non sono “a-politica”, sarei ipocrita a definirmi tale. Alla base del mio giornalismo ci sono sempre stati i valori in cui credo, che ritrovo nel Vangelo da un lato, e nella Costituzione Italiana dall’altro, con particolare attenzione e sensibilità nei confronti degli ultimi, dei più deboli, dei giovani e delle donne valide che fortunatamente sono tante e che (non me ne vogliano gli uomini) quando sono tali hanno una marcia in più su tutti.

Quest’anno intraprenderò ulteriori progetti professionali, ma non abbandonerò il giornalismo. Pur potendo contare su eccellenti e preziose collaborazioni nella testata che ho l’onore di dirigere, il giornalismo è e sarà sempre la mia grande passione.

Ringrazio di cuore i lettori che mi hanno dato fiducia in tutti questi anni (continuate eh…non sparisco), gli sponsor che mi hanno sempre sostenuta in un rapporto di correttezza, rispetto e stima,  e anche coloro che hanno espresso critiche di cui ho fatto tesoro, permettendomi di migliorare…l’elenco sarebbe lungo, ma mi fermo qui perché rischierei di dimenticare qualcuno.

Marina Bortolani

Concludo con un auspicio rivolgendomi al nostro Santo Patrono dei giornalisti, Francesco di Sales, precursore già nel 1600 di un modo di comunicare alternativo, raggiungendo e sensibilizzando tantissime persone: spero che da lassù continui a illuminare la strada di tutti i giornalisti che vivono la professione come una vocazione, non piegandosi a minacce e corruzioni, spronandoli a dare il meglio di sé sempre, senza perdere mai di vista l’obiettivo della salvaguardia del bene comune dei cittadini tutti, a prescindere dal credo politico e religioso.

Marina Bortolani, @NextStopReggio