I dati elaborati dalla Camera di Commercio sulle prospettive occupazionali per il trimestre Febbraio- Aprile non sono buoni come sembrerebbero.
Stiamo parlando infatti in larga parte di creazione di posti di lavoro per la maggior parte volatili e precari. Se il 67% delle accensioni di rapporti previste è o a tempo determinato o in somministrazione, il problema si pone in tutta la sua rilevanza.
Da un lato è indubbio che il contesto economico pesi, a partire dai riverberi della crisi energetica e della guerra in ucraina; è evidente infatti che le imprese siano caute e ragionino tendenzialmente a breve termine.
Dall’altro è altresì chiaro come la precarietà sia divenuta elemento dominante in un mercato del lavoro come quello italiano che ha visto susseguirsi negli anni riforme improntate a favorire la libertà di azione delle aziende a discapito dei diritti di chi lavora.
Urge un ripensamento complessivo della normativa che sfoltisca la pletora di tipologie di assunzione e ripristini il lavoro a tempo indeterminato come principale modalità di accesso al mondo del lavoro.
Sul piano locale come CGIL siamo impegnati sul fronte della contrattazione aziendale a promuovere stabilizzazioni di modo da ridurre al minimo il polmone della precarietà a vantaggio di rapporti di lavoro stabili.
Si continua a valutare il nudo dato quantitativo senza interrogarsi su quello qualitativo che imporrebbe una seria riflessione anche sugli andamenti salariali.
A livello di Provincia di Reggio Emilia riteniamo necessario dare gambe al tavolo di applicazione del Patto Regionale sul Lavoro per poter adottare strumenti condivisi e efficaci di contrasto alla precarietà e alla povertà lavorativa.
Cristian Sesena – Segretario Camera del Lavoro di Reggio Emilia