“No apartheid dell’acqua. No accordo Iren-Mekorot”. Il presidio organizzato dalle “Donne in Nero”

Si è tenuto sabato 18 marzo in piazza della Vittoria, davanti agli uffici Iren, il presidio promosso dalle Donne in Nero contro l’apartheid dell’acqua in Palestina e contro l’accordo IREN-MEKOROT.

Il presidio è stato molto partecipato, con numerosi e documentati interventi delle Donne in Nero di Reggio Emilia, Parma, Piacenza e Bologna. Sono intervenuti, portando il loro sostegno e la loro condivisione, il presidente provinciale di ANPI, Ermete Fiaccadori; rappresentanti di BDS (associazione che promuove boicottaggio disinvestimento e sanzioni contro l’apartheid israeliana in Palestina), di Operazione Colomba i cui volontari monitorano le violazioni dei diritti umani nei Territori Palestinesi e affiancano i contadini e i bambini aggrediti dai coloni mentre lavorano nei campi o vanno a scuola; del movimento reggiano Acqua Bene Comune.

Iren, multiutility a maggioranza pubblica, partecipata anche dai Comuni delle province di Piacenza, Parma e Reggio Emilia, ha siglato un accordo di collaborazione con la società governativa israeliana Mekorot, braccio operativo nella gestione dell’apartheid dell’acqua contro il popolo palestinese.

Mekorot opera nei Territori Palestinesi Occupati dove sottrae l’acqua dalle falde idriche palestinesi, devia l’acqua del Giordano, per fornire acqua ai coloni negli insediamenti illegali in territorio palestinese e rivendere a prezzi altissimi agli stessi Palestinesi l’acqua sottratta illegalmente dalle loro falde.

Le pratiche illegali del governo israeliano e di Mekorot sono state documentate e denunciate da diverse organizzazioni internazionali per i diritti umani, prima fra tutte AMNESTY INTERNATIONAL.

L’Alto Commissariato per i Diritti Umani dell’ONU nel febbraio 2020 ha inserito Mekorot fra le società che “traggono profitto dall’azione di occupazione e colonizzazione israeliana.”

10 anni fa la più grande compagnia idrica olandese ha stracciato gli accordi con Mekorot perché violava la legalità internazionale. Iren invece vi sottoscrive accordi.

L’accordo con Iren permette a Mekorot di accedere ai fondi del programma “Horizon Europe” in quanto consorziata con un partner europeo.

Con questo accordo Iren fa prevalere le logiche di mercato su ogni considerazione etica e umanitaria, e questa è una diretta conseguenza del processo di privatizzazione delle Aziende Pubbliche da parte degli Enti Locali.

Le Donne in Nero chiedono a Iren:

  • i rendere pubblico il testo integrale dell’accordo con Mekorot;
  • di chiarire se intende stare sul mercato in modo socialmente sostenibile, o se intende ignorare le denunce internazionali, comprese quelle dell’ONU, e allearsi con un’azienda complice dell’apartheid dell’acqua.

Le Donne in Nero chiamano Comuni e Sindaci ad assumersi le proprie responsabilità e a dissociarsi da questo accordo, esigendone l’annullamento. I Comuni non possono più affermare di non sapere: sono stati sollecitati da sindacati, movimenti, interrogazioni di consiglieri comunali e regionali, ma continuano a non prendere posizione. Non dissociarsi è complicità

Il presidio del 18 è stato solo l’inizio. Il prossimo passo saranno iniziative tese ad esigere un pronunciamento dei Sindaci dei Comuni che detengono la maggioranza in Iren e continuano a fingere di essere estranei alla gestione dell’Azienda.

Donne in Nero Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Bologna