Mozione contro Marwa Mahmoud, De Lucia e Montanari a difesa della collega

Verrà discussa lunedì una mozione di sfiducia nei confronti della consigliera comunale PD Marwa Mahmoud, nonché presidente della Commissione Diritti Umani. La prima firma della mozione è quella del leghista Matteo Melato, ma anche gli altri amministratori dell’opposizione in consiglio comunale la sostengono.

In sostanza viene presentata la sfiducia nei confronti di Marwa Mahmoud in relazione alla proposta dell’opposizione di cancellare via Tito dalla toponomastica (ndr, Marwa Mahmoud contemporaneamente proponeva percorsi di pace con la Bosnia) e per aver svolto incontri istituzionali (ndr, recentemente la consigliera si era recata a un incontro con il Questore di Reggio Emilia) senza aver informato i componenti della commissione dalla stessa presieduta.

Immediata la solidarietà dei colleghi consiglieri PD Dario Delucia e Fabiana Montanari: “Le opposizioni seguono la Lega attaccando la consigliera comunale Marwa Mahmoud con una mozione di sfiducia perché non ha votato un loro documento e non segue la linea politica che vogliono loro. Chi lo avrebbe mai detto che una delle consigliere comunali più votate e la prima musulmana laica a sedere in Sala del Tricolore ha una visione della società e fa politica in modo diametralmente opposto al partito di Salvini? Non ci vuole un genio.

Così tirano dentro tutto, il fatto della rimozione di Via Tito, l’incontro di Mahmoud con il Questore per le divergenze legate all’integrazione dei giovani immigrati, il suo ruolo di Presidente della Commissione diritti umani. Una macedonia che è solo un becero attacco politico alla sua persona.

De Lucia e Montanari

Facciamo ordine. Ci teniamo a ricordare che ogni consigliere è libero di prendere le proprie posizioni e le esprime con il voto in aula. La consigliera Mahmoud sta lavorando attivamente sul tema dei diritti umani non solo da quando è presidente dell’omologa commissione in Comune ma da oltre quindici anni della sua storia personale di donna e attivista. Il tema dei rapporti della Lega verso la consigliera Mahmoud è abbastanza chiaro: non posso accettare che una donna, una attivista, nata in Egitto e che indossa il hijab sieda in Sala del Tricolore. Vorremo che questa brutta politica fatta di attacchi alla persona fatta per rincorre i peggiori istinti del proprio elettorato finisca. Un partito che persegue l’odio e fa del maschilismo e dell’islamofobia la propria bandiera come può pensare di essere credibile agli occhi nostri e dei reggiani. Diciamo ai ragazzi in camicia verde di non rincorrere i bassi istinti per raccattare qualche voto degli estremisti in vista delle prossime regionali ma di portarci il meglio che possono, o almeno di provarci, per il bene della città”.

nsr