Morrone (Lega): “Regione assolutamente contendibile. Il Pd è un gigante con i piedi d’argilla”

“Non sarà facile ma la Regione Emilia Romagna è assolutamente contendibile”.

Ne è sicuro l’on. Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna, fresco del successo di Forlì e soddisfatto per la conquista di Ferrara e di altri comuni più piccoli emiliano romagnoli.

“A questo proposito, voglio ringraziare il nostro leader, Matteo Salvini, che è riuscito a infondere a livello regionale lo stesso entusiasmo e gli stessi effetti positivi raggiunti a livello nazionale”.

“Per quanto riguarda l’Emilia Romagna si dimostra che il Pd è un gigante con i piedi sempre più di argilla. Nel senso che ancora può contare su una consistente ramificazione del potere e del controllo dell’elettorato, ma progressivamente sta perdendo appeal e consenso. Il grande problema dei Dem è che non sanno rinnovarsi, sono abbarbicati in posizioni di retroguardia e, soprattutto, non hanno progetti da contrapporre ai nostri.

L’abbiamo visto in questa campagna elettorale. Hanno spostato continuamente il confronto sul livello nazionale anziché rapportarsi sul locale, perché se l’avessero fatto sarebbero emersi in modo eclatante i loro limiti propositivi e amministrativi.

Hanno optato, invece, per una campagna d’odio, aizzando le frange più estreme con palesi bufale contro un avversario trattato come un nemico da abbattere. Facendo evidentemente un buco nell’acqua.

Anche a Cesena, dove, nonostante la sconfitta, siamo riusciti ad andare al ballottaggio dopo 70 anni e la coalizione di centro-destra ha ottenuto un risultato di tutto rispetto, aumentando i consensi nel secondo turno nonostante il calo sensibile di votanti. Certamente il Pd ha portato a votare tutti i propri sostenitori, mentre l’oltre 40 per cento che non è andato alle urne è certamente un elettorato contendibile. Ciò che emerge è che il Pd è un partito strutturalmente vecchio e stantio, anche se ha candidati e sostenitori giovani che, tuttavia, non hanno la forza e, forse, la capacità di rinnovarlo e stanno ripetendo le stesse anacronistiche liturgie del passato”.