Mohamed Ben Ali, bracciante di 37 anni, ucciso dal profitto e poi bruciato: “Nessuno a Reggio Emilia manifesta per questa morte?”

Questi sono i resti carbonizzati del corpo di Mohamed Ben Ali, bracciante di 37 anni. Ucciso il 12 giugno dal profitto, ucciso dallo sfruttamento dei giganti del cibo, ucciso e poi bruciato. Invisibile da vivo e invisibile da morto.

Se il mondo intero ha giustamente manifestato per George Floyd, ammazzato dalla polizia americana, per Mohamed nessuno si è inginocchiato nemmeno per un solo minuto tra gli indignati a giorni alterni.
Nessun “ashtag”, nessun “brend” di circostanza.

Quando MAO diceva che “ci sono morti che pesano come una piuma e morti che pesano come una montagna” aveva ragione, purtroppo nel nostro disgraziato paese Mohamed era “piuma” da vivo, salvo essere morto per rivendicare il suo diritto ad essere retribuito e a lavorare in maniera dignitosa ed è rimasto “piuma” anche dopo essere stato ucciso.

Purtroppo nella nostra società il “peso” dei morti lo decide comunque lo sfruttatore ed anche il “peso” del razzismo. Meglio indignarsi per quello di oltre oceano, vuoi mettere stare 8 minuti in ginocchio e poi vedersi in tv, piuttosto che rivendicare ogni giorno il diritto al lavoro. In un paese dove in 10 anni sono morti 17 mila “invisibili” come Mohamed, mentre erano a lavorare e per i quali gli indignati a comando, non hanno trovato nemmeno il tempo di farsi una bella foto in ginocchio.

Alessandro Fontanesi