Meno sale e più salute, aumentata l’attenzione alle scelte alimentari: in 10 anni ridotto del 12% l’uso del sale

Meno sale e più salute: gli emiliano-romagnoli dimostrano di essere sempre più attenti all’alimentazione, anche grazie all’impegno della Regione e delle Aziende sanitarie che da anni sono impegnate nella prevenzione delle patologie croniche e nella promozione di stili di vita e scelte alimentari sane e corrette.
In dieci anni, i cittadini dell’Emilia-Romagna hanno ridotto il consumo medio di sale di circa il 12%, passando da un’assunzione media giornaliera di 10,8 grammi negli uomini e 8,3 nelle donne nel 2008-2012, a rispettivamente 9,5 e 7,2 grammi nel 2018-2019.

A rivelarlo, il monitoraggio nazionale avviato nel 2008 a cui ha contributo anche la regione, con l’Ausl IRCCS di Reggio Emilia come punto di riferimento. Promossa e finanziata dal Ministero della Salute – Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie e condotta dal Dipartimento Malattie Cardiovascolari, Endocrino-metaboliche e Invecchiamento dell’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli Federico II, l’indagine ha monitorato nella popolazione italiana adulta i livelli urinari giornalieri di sodio quale indicatore del consumo abituale di sale. I risultati dello studio, che fanno emergere una tendenza positiva nelle abitudini della popolazione emliano-romagnola, sono disponibili online sulla rivista scientifica Nutrition, Metabolism and Cardiovascular Diseases.

Non solo, perché secondo la banca dati di Epicentro, gli emiliano romagnoli che pongono attenzione a non eccedere nell’utilizzo di sale sono il 63,4%, contro una media nazionale del 57,8% e quelli che utilizzano sale iodato sono il 76% (a fronte di una media del 71,5%).

“Questi risultati, che offrono importanti indicazioni per la salute pubblica della nostra regione basate sull’evidenza scientifica- sottolinea l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini- confermano che l’impegno della Regione e delle Aziende sanitarie nella prevenzione della salute, in particolare delle malattie cardiovascolari, anche attraverso scelte alimentari corrette come un adeguato consumo di frutta e verdura, va nella giusta direzione”.
Ridurre l’assunzione di sale del 30% nei prossimi dieci anni è uno dei nove obiettivi globali fissati dall’Organizzazione mondiale della sanità contro le malattie non trasmissibili- spiega l’assessore- e lo è anche tra quelli contenuti del nuovo Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025, approvato con una specifica Intesa Stato-Regioni lo scorso agosto.  Per questo- conclude Donini- continueremo a lavorare anche sul fronte della comunicazione e della sensibilizzazione, per migliorare ulteriormente i risultati raggiunti sino a qui”.

“È una grande soddisfazione vedere come un progetto di Sanità pubblica in cui abbiamo creduto e investito molte energie stia ottenendo i primi importanti risultati concreti – aggiunge la dottoressa Alessandra Fabbri, coordinatrice dell’Area Nutrizione Sian (Servizio igiene Alimenti e Nutrizione), e coordinatrice a Reggio Emilia del lavoro d’equipe con la periodica e capillare campagna sul territorio “Pane meno sale”-. Nonostante i dati mostrino consumi di sale ancora troppo elevati rispetto al livello massimo giornaliero che dovrebbe essere inferiore ai 5 grammi secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, rileviamo un netto miglioramento rispetto alla rilevazione precedente”.
“Nella nostra Food valley ricca di formaggi e salumi- prosegue Fabbri- non è facile convincere la popolazione a ridurre l’assunzione complessiva di sale. E questo è stato possibile grazie alla collaborazione dei panificatori che sostengono già da anni la campagna ‘Pane meno sale’ con cui si impegnano a produrre pane a ridotto contenuto di sale”.

Lo studio
I campioni di popolazione coinvolti riguardano, per ciascun periodo, circa 2mila uomini e donne di età compresa tra i 35 e i 74 anni residenti in 10 regioni italiane, distribuite tra il Nord, il Centro e il Sud Italia. Si è così potuto osservare che l’assunzione media giornaliera di sale nella popolazione è stata di 10,8 grammi negli uomini e 8,3 grammi nelle donne nel 2008-2012 e rispettivamente di 9,5 grammi e 7,2 grammi nel 2018-2019, con una riduzione significativa dell’assunzione di sale quindi di circa il 12% in 10 anni.
La riduzione è stata rilevata, sebbene in misura diversa, in tutte le classi di età, categorie di indice di massa corporea (normopeso, sovrappeso, obesi) e livelli di istruzione, e corrisponde a oltre un terzo rispetto all’obiettivo del 30% indicato nel Piano d’azione globale dell’OMS da raggiungere entro il 2025.
I risultati rappresentano un prezioso riferimento per le iniziative che Ministero della Salute e Regioni intraprenderanno al riguardo in attuazione del Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025.