Martina: “Ricominciamo dalla manifestazione di Roma”

Il rilancio del Partito Democratico targato Martina avrà come primo step la manifestazione che si celebrerà a Roma il 30 settembre.

Lo ha annunciato lo stesso segretario dem, ospite ieri sera di Festareggio. Introdotto dal suo omologo provinciale Andrea Costa ed intervistato da Francesca Schianchi de La Stampa.  “Non si esce da una sconfitta severissima in un tempo limitato: la manifestazione, aperta a tutti, sarà una tappa, il forum nazionale di Milano, il congresso saranno altre. Il lavoro congressuale è già aperto, non sarà solo collegato alla domenica dei gazebo. Sarà prima delle elezioni europee”, ha detto Martina. 

Il segretario non nasconde che sul suo cammino vi siano molteplici difficoltà e che possano arrivare bordate dal fuoco amico, pur non dicendolo espressamente. “Nelle nostre divisioni ci sono le insidie peggiori. Non esiste che qualcuno prenda posizione al nostro interno contro qualcuno con toni che non sono proprio democratici. In alcune occasioni, ho avvertito anch’io passaggi in cui non si è data una mano a chi guida adesso il Pd. Bisogna avere il senso delle cose: quando Renzi dice che la sobrietà ci ha fatto perdere, non sono d’accordo”.

Martina rivendica, pur nella consapevolezza di alcuni limiti, le scelte fatte dal Pd, a partire dalla riforma costituzionale. “Purtroppo il nostro partito ha ristretto i propri consensi in alcune zone. In questi anni sono emersi volti nuovi delle diseguaglianze: ad esempio, in Lombardia ci sono dei territori di povertà clamorosi, come qualche territorio di montagna. Qui gli elettori hanno trovato la risposta della Lega e dei Cinque Stelle. La proposta del superamento della democrazia rappresentativa, dell’uno vale uno, è una sfida non elitaria, cui non possiamo rispondere solo dicendo che la nostra Costituzione è la più bella del mondo. C’è necessità di proposte radicali e di riprogettazione politica e culturale per affrontare un contesto storico difficile  e preoccupante”.

Al superamento del nome del Pd, Martina non pensa proprio: “Allo stato attuale, il partito più vecchio in Parlamento è la Lega, che ha cambiato leadership e progetto. Non dobbiamo discutere sul tema del simbolo”.

Sul tema del lavoro, accanto al precariato, il segretario dem sottolinea che esiste una percezione di incertezza anche su chi ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato. “Occorre avere la voglia e il tempo di appassionare gli elettori non sui nomi, ma sulle idee”. 

In merito all’invito al presidente della Camera Roberto Fico alla Festa nazionale de l’Unità, Martina rivendica la bontà di questa iniziativa. “Quando immagini che la tua festa sia sacchetti di sabbia e fucili spianati, non riusciremo a costruire una vera alternativa.

Il tema è come ci troviamo tra di noi: quando giro per le feste trovo sguardi sinceri anche se ti criticano. In merito all’ipotesi di confronto tra il Pd ed i 5 Stelle sul governo, ero consapevole che si sarebbe trattato di un passaggio complicatissimo. Probabilmente non c’erano le condizioni, però bisognava usare gli argomenti giusti: potevamo dividere loro, mentre ci siamo divisi noi. Dobbiamo mettere in luce le contraddizioni della maggioranza: ad esempio, oggi sono ritornati indietro sull’obbligo vaccinale, ed è anche una vittoria del Pd”.

Per quanto concerne i migranti, nell’ultimo anno del governo Gentiloni si sono poste le basi per una diversa allocazione di risorse dell’Europa in tema di immigrazione. Nessuna apertura a Forza Italia in merito alla manifestazione del 30; “Loro sono il centro destra’.

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