Mammi: “A Chiozza nessun insediamento nocivo”. Possibile aumento altezze a 30 metri

La domanda se la stanno facendo diversi residenti a Chiozza: “Le nuove scelte urbanistiche su Chiozza di Scandiano contempleranno la possibilità di nuovi insediamenti nocivi?”.

Gli interrogativi nascono a seguito delle proposte, da parte dell’Amministrazione comunale, riguardanti la terza variante al RUE (Regolamento Urbanistico Edilizio), “scelte strategiche che potrebbero stravolgere il già fragile equilibrio presente nella zona nord del capoluogo tra attività produttive e residenti”.

In particolare sono due gli elementi che turbano gli abitanti:

  1. l’ipotesi di alzare da 10 metri a 30 metri l’altezza massima degli insediamenti industriali che impatterebbero sull’ambiente;
  2. l’ipotesi di autorizzazione di insediamenti nocivi. Nel RUE dell’aprile 2014 era stata modificata la destinazione urbanistica del P.P.33 inquadrandolo come “tessuto specializzato per attività produttive”, dove nel comma 2 dell’articolo 28 era espressamente sancito: “E’ vietato l’insediamento d’industrie nocive di 1° classe ai sensi della legislazione e regolamentazione di riferimento”. Successivamente, il 28/11/2017, veniva approvata la seconda variante al RUE in cui si modificava proprio quell’articolo: quel testo veniva eliminato ammettendo, di conseguenza, l’ipotesi di nuovi insediamenti nocivi.

Un campanello d’allarme forte per alcuni cittadini della zona: “L’idea che possano crearsi insediamenti nocivi nei pressi delle nostre abitazioni mi angoscia e non mi fa dormire di notte -ha dichiarato una ragazza che vive a Chiozza-. Inoltre, l’innalzamento a 30 metri degli insediamenti deturperebbe notevolmente il paesaggio. Non dimentichiamo -prosegue la ragazza- che a distanza di pochi metri c’è una corte antica sulla quale ci saranno sicuramente vincoli della Soprintendenza”.

Le preoccupazioni della ragazza sono le medesime di altri cittadini che si sono uniti in comitato e che le hanno tradotte nel maggio scorso in una missiva indirizzata all’Amministrazione comunale.

“Nel rispetto degli obiettivi che un’Amministrazione deve sempre perseguire nel suo operato -chiedevano gli abitanti di Chiozza firmatari della lettera-, si domanda come si può dichiarare da un lato la riduzione di uso del suolo, il recupero del patrimonio edilizio esistente, il miglioramento della qualità dei paesaggi urbani e rurali e dall’altro, con la seconda variante, consentire l’insediamento di industrie nocive di 1° classe e con la prossima variante consentire di triplicare la loro altezza massima”.

A seguito di quella lettera l’Assessore al Territorio del comune di Scandiano Matteo Nasciuti incontrò i cittadini. “E’ stato un incontro costruttivo -ha detto Enrico Turrini, uno dei referenti del comitato- innanzitutto perchè c’è stato ascolto da parte dell’Amministrazione, in secondo luogo perchè è stata percepita l’intenzione di far tesoro delle osservazioni esposte”.

Contattato da NextStopReggio, il Sindaco di Scandiano Alessio Mammi ha assicurato che a breve verrà introdotto nuovamente l’espresso divieto di insediamenti nocivi industriali, quindi l’ipotesi non si verificherà in alcun modo.

E per quanto riguarda gli insediamenti di capannoni industriali a 30 metri rispetto ai 10 attuali? “Innanzitutto già oggi potrebbero essere accatastate cose superando i 10 metri, ma a parte questo, mi scusi, ma se un imprenditore chiede di poter fare un capannone per crearvi un magazzino -ripeto, parliamo di capannoni, non di insediamenti nocivi, cosa che non avverrà di certo-, in una zona dove ci sono già altre aziende, portando oltretutto potenzialmente ricchezza e posti di lavoro al territorio, dobbiamo dire di no? Comunque, noi abbiamo ascoltato e fatto tesoro delle osservazioni del comitato, poi, se alcuni singoli non gradiscono la soluzione trovata di comune accordo con il comitato non so cosa dire”.

Marina Bortolani, @nextstopreggio.it