MAB UNESCO: presentato il Piano d’Azione in Assemblea molto partecipata

Si è svolta a Fivizzano in Lunigiana, martedì 19 febbraio, la 3^ Assemblea Consultiva della Riserva della Biosfera UNESCO dell’Appennino Tosco Emiliano alla quale hanno partecipato oltre 200 persone, compresi 21 dei 34 sindaci dell’Area MAB “Man and Biosphere”, i rappresentanti dei Gal del territorio – Antico Frignano e Appennino Reggiano, Lunigiana, Garfagnana – quelli delle Camere di Commercio, delle Unioni dei Comuni, del Consorzio di Bonifica, delle due macroaree dell’Emilia Occidentale e dell’Emilia Centrale. Ne sono mancati i rappresentanti delle associazioni di categoria e delle realtà produttive del territorio come Confcooperative e Legacoop.

I lavori sono iniziati nella mattina con i gruppi di confronto a cui hanno partecipato un centinaio persone. Gli argomenti dei diversi tavoli sono stati: raccolta funghi; produzione di farina di castagne; escursionismo e guide turistiche; foreste e cambiamenti climatici; miele e progetto MEL; vie storiche. Obiettivo dei confronti è quello di rafforzare le reti di collaborazione tra operatori, comunità e realtà socioeconomiche nell’Area MAB UNESCO.

A tutti i partecipanti è stato chiesto di compilare un questionario che darà una fotografia della Riserva della Biosfera e della percezione che ne hanno le persone che la vivono, vi lavorano e la animano.

Nel pomeriggio si è svolta l’assemblea a cui hanno partecipato il responsabile del programma MAB Unesco Europa, Jonathan Baker, e in rappresentanza delle due Regioni, Paola Gazzolo, assessore all’Ambiente dell’Emilia Romagna, e Federica Fratoni, assessore all’Ambiente della Toscana.

“Il 19 febbraio, come nei due anni passati, è il giorno in cui riuniamo tutte le forze dell’Area MAB UNESCO dell’Appennino – spiega Fausto Giovanelli, presidente del Parco Nazionale e coordinatore della Riserva della Biosfera – L’obiettivo è avere un momento di confronto su ciò che si sta facendo e ciò che si deve fare. In particolare in questa 3^ Assemblea arriva a concludersi il percorso di definizione del brand I CARE APPENNINO riservato ai privati. Per gli Enti e le Istituzioni pubbliche, infatti, c’è già il logo ufficiale dell’UNESCO, che però non può essere usato a fini commerciali.

Per questo per i privati abbiamo ideato il brand ‘Prendersi cura dell’Appennino’: un concetto che da valore all’appartenenza a questo territorio e all’interpretazione ai valori di sostenibilità, bellezza, senso di comunità dell’Appennino. La forza del marchio sta nel fatto che ‘I Care Appennino’ viene assegnato a dei progetti che mettono al centro consumatori e turisti, ma soprattutto residenti e imprese, quali protagonisti della vita della MAB UNESCO”.

Così, durante l’assemblea, il brand è stato rilasciato, per la prima volta, a un progetto di Enel Green Power per il miglioramento del patrimonio boschivo, uno di BPER Banca per il sostegno all’educazione ambientale nelle Scuole, a uno proposto da locale cooperativa di giovani della Lunigiana, Sigeric, che promuove il turismo sostenibile, a uno gruppo di giovani di Slow Food che fa un mercatino di prodotti di qualità a Reggio Emilia, a uno proposto da un’associazione di Pieve Fosciana che aiuta e sostiene le donne in terapia oncologica, a uno di un agricoltore dell’alto parmense che produce parmigiano biologico e che lo distribuisce ai Gruppi d’acquisto solidale e a uno proposto da un’associazione di professionisti che lavorano per la messa in sicurezza del territorio.

“Durante i lavori abbiamo avuto l’occasione di dare visibilità a progetti e persone che interpretano lo spirito e il valore della MAB UNESCO – continua Giovanelli – Inoltre, l’assemblea è stato il momento per presentare il Piano d’azione. Siamo all’inizio di questo percorso, ma sappiamo già che intendiamo concentrarci sullo sviluppo delle risorse umane dell’Appennino, quelle che nascono qui e quelle che vengono da fuori. Quelli che fanno lavori importanti e che vogliamo possano avere futuro nel territorio, come centro direzionale e non solo periferia, e quelli che fanno lavori più umili, non meno importanti, e che poi svilupperanno famiglie, residenza, alimenteranno i servizi e che magari, anche, cresceranno in qualità e professionalità; sono questi i nuovi cittadini del territorio.

Il capitale umano è per i territori rurali la chiave dello sviluppo. Un ambiente favorevole per le imprese e risorse umane motivate e preparate sono, oggi, le chiavi decisive. A questo si rivolge il piano d’azione composto da una cinquantina di progetti, ma diventeranno cento, compresi quelli citati e molti altri che vanno tutte in direzione di far crescere il senso di appartenenza, l’orgoglio, la consapevolezza e anche le capacità che l’Appennino deve esprimere per reggere la sfida della globalizzazione senza subire un’ulteriore fase di emarginazione, dopo quella determinata dall’industria. Oggi qui c’è ambiente, aria buona, qualità della vita, senso di comunità, servizi e abbiamo bisogno di prendere in mano il nostro destino e dare a questi territori la centralità che meritano, proponendo anche modelli di vita appetibili per i giovani e per i non giovani. Insomma, essere modernamente Appenninici.” 

nsr