Lupi, Coldiretti: “Si salvaguardino gli allevamenti e si tutelino i cittadini”

«Siamo arrivati al paradosso per il quale gli agricoltori devono scegliere se essere vittime di caprioli e cinghiali, che danneggiano le coltivazioni, oppure dei lupi che, vedendosi mancare le prede, aggrediscono le mandrie e intimoriscono l’uomo». È questo il commento di Maria Cerabona, direttore della Coldiretti di Reggio Emilia, alla notizia della presenza di un branco di lupi nell’azienda agricola Capieste di Codemondo; si tratta anche dell’occasione per lanciare ancora una volta l’allarme sulla presenza della fauna selvatica e sui danni che provoca alle colture e agli animali.

«Sembra quasi che per contenere il numero di caprioli e cinghiali rendendo sostenibile una situazione da tempo fuori controllo che pesa direttamente sull’agricoltura con gravi danni alle coltivazioni – continua la Cerabona – si debba accettare la presenza di branchi di lupi nei pressi dei centri abitati e nelle aziende agricole, mettendo a rischio non solo le mandrie e i capi allevati ma anche gli abitanti».

I fondi regionali per il risarcimento dei danni non coprono, come più volte evidenziato, quelli indiretti che non vengono nemmeno considerati e i fondi per la protezione di colture e animali sono insufficienti e, in alcuni casi, inutili perché risulta impossibile la realizzazione degli interventi dissuasivi.

E nel frattempo la fauna selvatica è e continua a essere un’emergenza nazionale.

È necessario che si attuino misure di prevenzione e al contempo che vengano creati canali rapidi ed efficaci per garantire giusti indennizzi alle aziende che subiscono danni dai frequenti attacchi dei lupi e dall’invasione di selvatici. I risarcimenti – precisa la Coldiretti di Reggio Emilia – devono arrivare senza complicazioni burocratiche e soppesando il reale ammontare dei danni, diretti e indiretti.

«Gli attacchi dei lupi continuano – conclude Maria Cerabona – così come i loro avvistamenti in prossimità di case e giardini. Non sono solo gli allevamenti zootecnici a essere a rischio e non possiamo ignorare l’allarme».

Sono anni che gli agricoltori combattono per difendere i propri raccolti da moltitudini di selvatici che devastano le colture. Cinghiali, caprioli, storni e ora anche branchi di lupi che attaccano il bestiame al pascolo e nelle stalle.

«A questo punto – continua la Cerabona – è difficile capire qual è la direzione intrapresa e ci chiediamo se sia una volontà delle istituzioni e degli enti fare in modo che gli agricoltori lascino le campagne e la montagna alla libera fruizioni dei selvatici, sospendendo le attività agricole e la manutenzione del territorio».

nsr