Gli atei e agnostici contro il finanziamento alle scuole private

Sbotta il Coordinatore Regionale Uaar (Unione atei, agnostici e razionalisti Emilia Romagna) Roberto Vuilleumier esprimendo contrarietà circa il finanziamento pubblico alle scuole private paritarie: “A quanto apprendo dalla stampa l’assessore regionale al welfare Elisabetta Gualimini nell’annunciare il finanziamento per altri 4 milioni alle scuole private paritarie, ha dichiarato che «Le scuole paritarie svolgono un servizio pubblico alla pari degli altri. Come Regione, nel rispetto della libertà di scelta delle famiglie, ne riconosciamo il ruolo e la funzione». Ricorderei all’assessore che “la libertà di scelta delle famiglie” non si garantisce finanziando le scuole private paritarie d’infanzia con finanziamenti a “fondo perduto” ed ignorando sistematicamente le esigenze della scuola pubblica, semmai, la libertà di scelta si può garantire attraverso i finanziamenti alle famiglie, con i “bonus famiglia” , soprattutto quelle con minori disponibilità economiche che, sempre più spesso, sono costrette letteralmente a scappare dalla scuola pubblica abbandonata volutamente dall’amministrazione, causa un disegno scellerato volto a privilegiare le scuole private paritarie, per renderle così indispensabili”.

“Le scuole private paritarie non solo non fanno risparmiare lo Stato -prosegue Vuilleumier- , ma le onerose convenzioni stipulate dagli enti senza sostanziali controlli sul numero dei bambini per sezione, sulla tipologia di contratto stipulato con le insegnanti (fanno firmare il contratto nazionale delle cooperative sociali e non come si dovrebbe degli enti locali) sulle figure anomale dei “volontari”, ne esasperano il costo “sociale””.

“L’unica cosa che si può dire -conclude il Coordinatore Regionale Uaar -è che la legge sulla parità scolastica è stata un disastro per quella pubblica e che per salvare il sistema scolastico, in attesa dell’abrogazione della legge sulla parità scolastica, bisogna riformare il meccanismo del loro finanziamento, passando al bonus famiglia, rinunciando al metodo dei finanziamenti “a fondo perduto” utile solo per prendere voti di un determinato ambiente, non certo per migliorare le condizioni della scuola pubblica né per i genitori e nemmeno per gli insegnanti”.

nsr