L’omelia secondo Don Giuseppe Dossetti

L’omelia è qualcosa di molto impegnativo. “Essa è al servizio della Parola di Dio, non può trattare il testo come un pretesto per altri discorsi. Non è neppure una lezione di interpretazione biblica. Soprattutto deve fuggire come la peste il moralismo, cioè il cercare nella Parola le istruzioni per i vari aspetti della vita, secondo i gusti del predicatore.

Così scrive don Giuseppe Dossetti, parroco dell’Unità Pastorale Santa Maria Maddalena – parrocchie di San Pellegrino e Gesù Buon Pastore -, presidente del CeIS e docente nell’Istituto di scienze religiose, nella prefazione al primo dei due volumi che raccolgono le sue omelie per gli anni liturgici 2016/2017 e 2017/2018.

Il sacerdote precisa che “La Parola di Dio è innanzitutto bella”. E aggiunge che la Messa dovrebbe essere un po’ come la salita al Monte Tabor: faticosa, ci si deve liberare dalle faccende quotidiane, si deve staccare la mente dalle solite preoccupazioni e dai soliti interessi. “Ma, arrivati in cima, si contempla lo splendore della gloria di Gesù, specchio della bellezza di Dio, nella Trasfigurazione”.

Don Giuseppe, sacerdote dal 1971, laurea in lettere a Bologna e licenza in teologia a Roma, sostiene che chi tiene l’omelia dovrebbe essere un po’ come un “cicerone”, che guida i visitatori di una mostra di quadri ad apprezzare i capolavori dei grandi pittori. Li ha studiati, contemplati, sa far apprezzare i particolari, trasmette qualcosa del suo entusiasmo. “Ma è consapevole che la gente non è venuta per ascoltare lui, ma per farsi riempire gli occhi e il cuore da tanta bellezza”.

Il titolo comune ai due volumi è assai emblematico “Il tesoro della Parola”; nel primo sono raccolte le omelie pronunciare da don Dossetti nell’anno liturgico A (2016-2017) e nel secondo quelle dell’anno B (2017-2018) per un totale di 329 pagine (155 il primo e 174 il secondo). Ogni omelia è preceduta dal testo del brano di Vangelo previsto per le domeniche e le feste liturgiche.

Chiarezza, profondità, competenza, sensibilità pastorale denotano le omelie pronunciate da don Giuseppe, che sa svelare nelle omelie delle Messe parrocchiali, frequentate da persone di ogni età e condizione, la ricchezza e la bellezza del Vangelo. Saggiamente i suoi parrocchiani hanno voluto raccoglierle e darle alle stampe perché possono essere accessibili e fruibili ad un più vasto pubblico.

La lettura dei due volumi, che fanno comprendere quanto prezioso sia il dono della Parola di Dio e ricco sia il tesoro in essa racchiuso, costituisce una preziose occasione di riflessione personale sui brani degli evangelisti, ma anche un mezzo per comprendere il profondo significato delle solennità religiose che ogni anni il calendario liturgico ci propone.

Giuseppe Adriano Rossi