Lo Stato Sociale infiamma i fan ricordando i morti delle Officine Reggiane

Il 28 luglio 1943 a Reggio Emilia, a seguito di una direttiva del governo Badoglio, l’esercito sparò su una folla di manifestanti che chiedevano la fine della guerra, ferendo oltre 50 persone e uccidendo nove operai delle Officine Reggiane.

Si chiamavano Antonio Artioli, Vincenzo Bellocchi, Eugenio Fava, Nello Ferretti, Armando Grisendi, Gino Menozzi, Osvaldo Notari, Domenica Secchi, madre di un bambino che sarebbe nato di lì a poco, e Angelo Tanzi.

L’Arci e la Camera del Lavoro di Reggio Emilia hanno affidato il compito di ricordarli al complesso musicale Lo Stato Sociale che, dopo il trionfo al Festival di Sanremo, ieri sera è stato protagonista protagonista di un concerto speciale gratuito nel parco del Centro internazionale Malaguzzi, proprio accanto alle ex Officine Reggiane.

Prima del concerto, Istoreco ha proposto una visita guidata sui luoghi dell’eccidio del 28 luglio 1943 e letture dalle cartelle del personale delle Officine Reggiane e, in particolare, di tre dei lavoratori uccisi il 28 luglio: Domenica Secchi, Gino Menozzi e Armando Grisendi.

L’evento si è svolto con successo. Sono stati circa 3.000 coloro che hanno gremito la piazza, fra questi molti giovani fan.

Lo Stato Sociale, a conferma del nome, non ha mai nascosto nelle proprie canzoni l’attenzione alla contemporaneità, mescolando sapientemente freschezza, leggerezza e impegno civile. Nel corso della loro ormai ultra decennale carriera, i cinque componenti del collettivo bolognese si sono esibiti nei più prestigiosi club e teatri italiani, ma anche in molte manifestazioni a sfondo sociale. Sono stati per tre volte tra i protagonisti del concerto del Primo Maggio a Roma e sono saliti sul palco dell’Ariston indossando i nomi degli operai licenziati dalla Fiat di Pomigliano. Nei loro album, pubblicati con l’etichetta indipendente Garrincha, non rinunciano a parlare di politica, disuguaglianze e precariato.

Nsr

(Foto a cura di Fabio Zani)