Licenziati con una mail. Fontanesi: “Manifestazione a Firenze e riflessioni sulle dichiarazioni del Ministro del lavoro a Reggio”

Si è svolta oggi, sabato 25 luglio una imponente manifestazione a sostegno dei lavoratori Gkn di Campi Bisenzio a Firenze che, dalla sera alla mattina, con una semplice mail, sono stati licenziati. 422 lavoratori, 500 considerando l’indotto, madri e padri di famiglia, una discriminazione senza precedenti.
Ad attenderli ai cancelli il mattino seguente non c’erano i deputati in ginocchio come la Boldrini, ma dei loschi figuranti vestiti di nero, coi muscoli in vista, assoldati dalla proprietà e pronti a sprangare i lavoratori se si fossero azzardati ad entrare al lavoro.
Questa è la conseguenza dello sblocco dei licenziamenti che tutti aspettavano.

Per fare ripartire il paese dopo due anni di pandemia. Certo, come se dipendesse dai contratti di lavoro e dai lavoratori stessi, creare le condizioni per risolvere quello che la politica non ha fatto per trent’anni. Anzi. La politica ha fatto eccome, tanto la destra come la sinistra, votando tutte le peggiori leggi per rendere il lavoro precario, sottopagato, insicuro e ricattabile. E lo continua a fare. È inutile chiedere conto ora di ciò che da mesi si sapeva e ovviamente nessuno ha avuto l’interesse per evitare.

Destra e sinistra fingono di farsi la guerra sulla pelle delle famiglie arcobaleno, tant’è che appena si tratta di lavoro e lavoratori, trovano immediata affinità.

Quello in corso è un odio profondo contro i lavoratori da parte di tutta la politica, i lavoratori sono di gran lunga i più discriminati in questo Paese e nessuno fa nulla. Questi i numeri:
945.000 posti di lavoro persi dall’inizio della pandemia.
5,6 milioni di persone che vivono in povertà assoluta.
1 milione di posti di lavoro a rischio con lo sblocco dei licenziamenti.
306 morti sul posto di lavoro nei primi 4 mesi del 2021, con un incremento del 9,3% rispetto allo stesso periodo del 2020.
Due morti al giorno durante il lavoro.
Aggressioni squadriste ai lavoratori.
Uccisione di un sindacalista durante un picchetto sindacale in difesa del posto di lavoro.

Fa sorridere il ministro del lavoro a Reggio Emilia durante le celebrazioni del 7 luglio, riempirsi la bocca di difesa dei diritti, quando il suo partito è stato l’assoluto protagonista della cancellazione dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori ed oggi insieme alla Lega, vota lo sblocco dei licenziamenti.

La civiltà di un paese la si misura anche da come tratta i lavoratori, dal rispetto per le condizioni dei lavoratori nei luoghi di lavoro, è quindi evidente, dati alla mano, come il nostro non sia assolutamente più un paese civile.

Viene da domandarsi perché tanto odio nei confronti dei lavoratori, di chi deve lavorare per vivere, ma è abbastanza facile comprenderlo. Forse se facessimo inginocchiare i calciatori della nazionale, per qualche anima bella avremmo risolto il problema. O forse dobbiamo attendere Fedez che ce lo dica il prossimo 1° maggio. Tuttavia la manifestazione odierna segna un punto politico non indifferente, per un tempo come quello odierno, il prorompente ritorno dei lavoratori nelle piazze, non è più il momento di stare a guardare, la tenuta democratica del nostro paese prescinde in modo stringente con i lavoratori, i loro diritti ed il loro futuro.

Alessandro Fontanesi